INTRODUZIONE
1. Premessa
Per tutto il corso del XIV secolo le vicende politiche e istituzionali del comune di Asti segnano una costante parabola discendente, scandita dall'alternarsi di dominanti esterne: ad esse viene sostanzialmente demandato il compito di disciplinare la burrascosa vita politica del comune, nel tentativo di porre fine all'endemico stato di guerra civile determinato dalla lotta tra le opposte fazioni, che sotto la formale etichetta di «guelfi» e «ghibellini» celano in realtà ben circoscritti interessi di egemonia locale.
Nel breve volgere di alcuni decenni Savoia e Angioini, Visconti e Monferrato si contendono la città e si succedono nel dominio, reale o potenziale, di essa; ma Asti, per quanto ridotta al rango di ambita preda di guerra o di merce di scambio, sullo sfondo del pressoché ininterrotto stato di guerra o guerriglia che investe il suo territorio appare ancora occasionalmente in grado di esercitare una qualche forma di autonomia decisionale: infatti almeno sono il profilo formale la dedizione a Roberto
d'Angiò nel 1312, quella a Luchino Visconti nel 1342 e infine quella a Gian
Galeazzo Visconti nel 1379 traggono origine da deliberazioni consiliari ed
esprimono la volontà dell'organo consultivo del libero governo comunale.
Tuttavia, al di là dell'apparente congruità formale, una più puntuale disamina delle reali circostanze porta a sfumare le analogie esistenti tra le tre dedizioni: in particolare nel 1379 la deliberazione del consiglio cittadino di sottomettere la città al dominio di Gian Galeazzo Visconti non fa che ratificare una situazione di fatto già operante.
Lo scenario cambia radicalmente nel 1387, quando la città passa da una dominante all'altra non in forza di un'autonoma deliberazione, formale o sostanziale, né a seguito dell'esito di vicende belliche, ma unicamente per volontà del signore, che gestisce quello che era stato uno dei più potenti comuni dell'Italia settentrionale alla stregua di un qualunque altro bene patrimoniale, da utilizzare nel complesso gicico politico delle alleanze matrimoniali: Asti e l'Astigiana divengono cosi la dote di Valentina Visconti per il suo matrimonio con Ludovico di Touraine, fratello del re di Francia e candidato ideale per le ambiziose mire politiche di Gian Galeazzo.
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INDICE
INTRODUZIONE
1. Premessa
2. Il codice torinese delle Fidelitates Astenses: descrizione e notizie storiche
3. Le Fidelitates Astenses e il codice di Parigi: un confronto
4. Il frammento di Pavia
5. Criteri di edizione e orientamento alla consultazione
FIDELITATES ASTENSES
APPENDICI DOCUMENTARIE
Dalle Fidelitates Astenses:
Specimina della tipologia documentaria: trascrizioni integrali
Repertorio cronologico
Dal codice di Parigi:
Trascrizioni integrali
Repertorio cronologico dei documenti trascritti
Dal frammento di Pavia:
Rubrice instrumentorum
INDICI GENERALI
Indice dei luoghi
Indice dei nomi |
Donatella Gnetti
IL CODICE DELLE FIDELITATES ASTENSES
editore DEPUTAZIONE SUBALPINA
edizione 2007
pagine 490
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
35.00 €
35.00 €
ISBN :
EAN :
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