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Alcune proposte
FERRO E FUOCO
excursus tra ferri e fabbri
Nel corso dei nostri numerosi soggiorni a Roma non manchiamo di visitare, tra la via Po e la piazza Quadrata, il quartiere che prende il nome dall'architetto Gino Coppedé (1866 - 1927): s'ammira qui il vero trionfo del ferro, mirabilmente forgiato, che l'autore distribuisce sulle facciate di palazzi, ville imponenti o villini. Dal grandioso lampadario che orna l'arcone dell'ingresso principale si passa alle lanterne, alle grate, alle maniglie dei portoni, ai cancelli, alle inferriate che proteggono i giardini: motivi decorativi, piccoli animali, elementi floreali, paiono mettersi in mostra per allietare la visita a uno dei quartieri più caratteristici della città.
Quando Anna Cremonte Pastorello ci ha chiesto di stendere la prefazione al suo nuovo libro dedicato ai fabbri e alle fucine attraverso i tempi, ci ha trovato subito disponibili anche perché le armerie divenute museo, la sala d'armi dei castelli italiani, ci attraggono da sempre: picche e alabarde in ferro appartenute alla Guardie feudali, antiche armature, vecchissime armi da fuoco, scudi e alari, piccoli cannoni, fanno bella mostra di sé in molte residenze ricche di memoria. Il lavoro che Anna Cremonte Pastorello ha meditatamente scritto prende l'avvio dalla scoperta del ferro nel mondo antico per concludersi con gli anni della rivoluzione industriale e la relativa citazione di opere torinesi; ad esempio, le fontane in ferro battuto purtroppo scomparse oppure i mutamenti toponomastici della città. A Torino esisteva curiosamente la via Barra di Ferro (oggi via Bertola) così detta a causa della "barra di ferro" che sbarrava la via per impedire il transito alle prostitute!
Il lungo testo via, via, si interrompe per fare spazio a una ricca serie di fotografie scattate da Maurizio Baiotti che comprendono armature, specie rinascimentali, cancellate, ponti e gallerie coperte, insegne, giardini d'inverno, l'immagine del protettore dei fabbri sant'Eligio, ma altresì una reliquia quale la Corona Ferrea - che è in effetti d'oro che conserva all'interno una fascia di ferro che Costantino imperatore portava all'avambraccio, ricavata da uno dei chiodi della Santa Croce rinvenuta dalla madre, sant'Elena. Da un secondo chiodo della Passione, la madre ricava invece il morso di un cavallo affinché il figlio ricordi che chi governa deve - tuttavia - sapersi trattenere.
E di ferro è la punta della "Santa Lancia" con la quale un soldato romano apre il costato di Gesù crocifisso: il re di Francia Luigi IX la depone nella Sainte Chapelle di Parigi, ma dal 1793 la reliquia risulta perduta.
Ritornando all'argomento principe del nostro lavoro, solamente nel XIII secolo s'avverte il desiderio di forgiare - oltre a quanto serve per la difesa o di uso comune [..]
In una di quelle rare serate limpide ed ariose dell'agosto torinese, transitando in compagnia di amici per le vie della città metafisicamente silenziosa, notai quale dovizia di ferrei merletti ornasse le case che parevano abbandonate, ma ben custodite dai solidi portali in ferro.
Particolari dell'arredo urbano che la fretta e la congestione del traffico abitualmente fanno passare in secondo piano, eppure tenaci testimoni di un passato più o meno remoto.
"Se ne potrebbe fare un libro" si ipotizzò.
"Perché no! La mia macchina fotografica è sempre carica" propose Maurizio. La serata proseguì in modo piacevolissimo e tale ipotesi rimase in sospeso. Non così il ferreo chiodo che si era conficcato nella mente dell'amico fotografo, sicché, di tanto in tanto, si tornò a parlare dell'eventualità di cogliere prospettive particolari della nostra terra, che raccontassero il più duro ed utile dei metalli eppure il più precario, preda della corrosione del tempo e, forse per tale motivo, poco celebrato.
Ritrovate vecchie vedute piemontesi e valdostane, attraverso il tempo scovate in quei mercatini della nostalgia che periodicamente visitano i nostri paesi, le ho affidate allo studio Armano perché le ravvivasse; l'occhio fotografico di Maurizio Baiotti ha fatto il resto.
Ora propongo il tutto alla visione di coloro che vorranno considerare l'arte fabbrile attraverso la sua storia, tenendo presente che un tempo il rarissimo ferro era utilizzato con grande rispetto da parte di personaggi, artefici, attraverso le varie tecniche di lavorazione, di manufatti di alto valore artistico sia che nascessero nella tradizionale fucina, sia che uscissero dai calchi in cui il metallo si colava.
Gli uni e gli altri appartengono alla storia del ferro e di coloro che ad esso si dedicarono e si dedicano con maestria e passione.


INDICE

Fabbri di ieri e di oggi. Artisti o artigiani? di Gian Giorgio Massara
Excursus

Il ferro nelle abili mani del fabbro-ferraio di ieri e di oggi, diviene...

...austero diaframma nelle cancellate e nei cancelli...
..saldo custode nei portoni...
...variegato ventaglio nelle roste...
...discreta difesa di finestre...
...multiforme merletto ai poggioli...
...sostegno alla luce...
...compagno dell'acqua...
...sorprendentemente ecclettico negli arredi interni...
...duttile per le insegne...
...marziale nelle armi...

Glossario essenziale
Indice dei nomi




Anna Cremonte Pastorello di Cornour - Maurizio Baiotti

FERRO E FUOCO

editore DANIELA PIAZZA
edizione 2014
pagine 352
formato 24x31
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine
2 giorni

40.00 €
31.90 €

ISBN : 978-88-7889-317-7
EAN : 9788878893177

 
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