MARIO FEDERICO ROGGERO
DUE GIORNATE DI STUDIO SULLE STRADE FERRATE IN PIEMONTE
Nella ormai consolidata consuetudine dei convegni si è venuta via via affermando una tendenza sempre più fortemente improntata a contributi specialistici che, se da un lato ci arricchiscono di apporti inconsueti e approfonditi sui singoli aspetti settoriali di ogni problema, dall'altro frenano e troppo spesso dissuadono da qualsiasi indispensabile tentativo di interrelare collaborazioni differenziate provenienti da competenze diverse.
Si ripropone così - come già ho avuto modo di affermare più volte - uno dei nodi irrisolti, fondamentale per la cultura contemporanea, la coerenza armonica tra specializzazione ed interdisciplinarietà.
Ed è proprio assumendo quale obbiettivo di fondo la ricerca di una tale coerenza che il Museo delle Attrezzature per la Didattica e la Ricerca del Politecnico ha indetto per il 14 e il 15 dicembre 1993 questo convegno su "Strade ferrate in Piemonte - Cultura ferroviaria fra Otto e Novecento"; il quale porta al dibattito di quei giorni, in Atti preventivamente stampati, una vastissima gamma di contributi quanto mai articolata, fra storia e progetto; critica e previsione; memorie e proiezioni anticipatrici; diagnosi e terapie (più o meno drastiche e sconvolgenti).
Non a caso le varie forze dell'Ateneo vi convergono con puntualità ed il suo organo d'informazione, di documentazione e di conservazione del patrimonio strumentale - CIDEM di cui il Museo fa parte - se ne è fatto carico concreto, curandone direttamente l'organizzazione: avendo ben chiaro, fin dall'impianto preliminare del Convegno, il disegno di far confluire organicamente competenze sistematiche e suggestioni forse anche sconcertanti, finalizzate al recupero globale di una cultura altrimenti a rischio di disperdersi e di scomparire di fronte alle innovazioni tecnologiche, ai sovvertimenti propositivi, ai rivolgimenti pressoché continui che scienze e tecniche ripropongono senza soste al mondo contemporaneo.
Il che comporta e sottende una precisa istanza di metodo nella ricerca, una verifica rigorosa degli strumenti, ancora o meno in uso, una riflessione critica senza riserve sui principi e sui sistemi che reggono la filosofia del settore. E nel proliferare delle conoscenze necessarie per formulare un programma puntuale, capace di offrire risposte calzanti e proiettate in un futuro non miope, il processo di revisione didattica, di sfrondamento di ogni ridondanza nell'informazione ripropone inevitabilmente il coinvolgimento diretto delle singole discipline e del loro coordinamento a livello pedagogico in ogni settore e in ogni grado.
Tale intenzione si manifesta dunque già nel disegno e nei titoli delle sezioni, secondo cui il convegno stesso si articola: conservazione della memoria; costruire la ferrovia; disegnar di ferrovia; le linee minori: passato e prospettive.
E si arricchisce di antiche esperienze, di letture di maestri in ambito ferroviario; di ipotesi innovative, relative a tecniche specifiche o ad opere d'arte sussidiarie; di suggerimenti per l'emergenza o di pianificazione sistematica globale.
Ma, in più, si ritrova in tale programma una volontà, che non credo illusoria nè destinata a fallire, che intende non soltanto richiamare i contributi culturali differenziati ad individuare correttamente l'attuale consistenza degli studi o l'effettivo stato dell'arte ad oggi; ma ad impostare altresì una precisa campagna di ricerche coordinate in campo ferroviario (nella sua accezione globale) che veda accomunate esperienze e invenzioni, dati d'archivio e proposte alternative, progetti ed analisi critiche, e ancora quant'altro si voglia; non nella visione "da anatomo - patologo" che seziona - spesso troppo tardi - ogni organismo nei suoi organi costitutivi, ma nella consapevole prospettiva di chi voglia interventi globalmente rigeneratori dalla attuale drammatica fatiscenza, segno di troppa ignoranza e di eccessivo abbandono.
Credo che il frutto di un simile lavoro non potrà non proporsi come un repertorio in progressiva elaborazione, da aggiornare con continuità, con abnegazione, con sistematicità; doti che in un Ateneo come il nostro Politecnico sono di casa da sempre; ma che, forse, richiedono di essere di tanto in tanto rinfrescate e corroborate da apporti nuovi e da fantasie emergenti.
Nel segno di quella "imagination au pouvoir" che rettamente intesa, rimane il simbolo più autentico del nostro faticoso ma appassionante lavoro di ricercatori. |
SOMMARIO
Rodolfo ZICH
Presentazione
Mario Federico ROGGERO
Due giornate di studio sulle strade ferrate in Piemonte
L'INGEGNERIA FERROVIARIA. CONSERVARNE LA MEMORIA
Giorgio FARAGGIANA, Angiola Maria SASSI PERINO
Come la R. Scuola di Applicazione per gli Ingegneri e il R. Museo Industriale
insegnavano l'ingegneria ferroviaria
Daniela CAFFARATTO
Le fonti documentarie per la storia delle strade ferrate in Piemonte
Angelo DRAGONE
Bartolomeo Bona (nel bicentenario della nascita) e le "sue" ferrovie
Vincenzo BORASI, Franco ZAMPICININI
In memoria di Carlo Mortarino, un ammiratore delle ferrovie
Luca VIVANTI
Il museo ferroviario nella stazione Ponte Mosca delle Ferrovie Torino-Ceres a Torino. Ipotesi di progetto
Giovanni Maria LUPO, Luisa SASSI
Le Nuove Officine delle Strade Ferrate di Torino
COSTRUIRE LA FERROVIA
Bruno SIGNORELLI
L'opera degli ingegneri piemontesi, belgi e inglesi per la iniziale progettazione
delle strade ferrate negli Stati di Terraferma del Re di Sardegna (1824-47)
Vittorio MARCHIS
Innovazione tecnologica e brevetti ferroviari nel Piemonte preunitario
Luciano RE
Le architetture e le opere d'arte di struttura delle prime strade ferrate piemontesi: tipologie e problemi di conservazione
Anna ZORGNO
Le coperture voltate delle grandi stazioni ferroviarie piemontesi
Silvia MANTOVANI
Il ripristino d'emergenza delle opere di attraversamento
Corrado LESCA
Il primo traforo ferroviario delle Alpi
DISEGNAR DI FERROVIA
Giuseppina NOVELLO MASSAI
Disegni, produzioni, architetture nella cultura dei trasporti ferroviari
Gianfranco CALORIO
Raffigurazioni di ambienti e figure di macchine per le ferrovie
Giorgio GARZINO
Disegni relativi a produzioni in ferro di infrastrutture per le ferrovie a cavallo fra Ottocento e Novecento
LE LINEE MINORI: PASSATO E PROSPETTIVE
Domenico MELODIA
L'avventura ferroviaria in Piemonte
Giovanni ROCCATI
Pregi e limiti delle locomotive elettriche trifasi, in servizio sulle ferrovie del Piemonte per oltre sessant'anni
Lucio SCAMARDELLA
Le ferrovie secondarie in Piemonte
Clara BERTOLINI, Riccardo NELVA
Considerazioni su alcuni ponti in calcestruzzo armato della linea Torino-Ceres
Franco ZAMPICININI
Strade ferrate nel Monferrato: dai primi progetti alla costruzione della Asti-Chivasso
Giovanni Maria LUPO, Paola TAGINI
Le tranvie extraurbane di Torino |
Politecnico di Torino
STRADE FERRATE IN PIEMONTE
editore CELID
edizione 1993
pagine 388
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
26.00 €
26.00 €
ISBN :
EAN : 9788876615788
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