La singolare e sfaccettata figura di Francesco Faà di Bruno è fra quelle che meglio incarnano la peculiare via «laica» alla santità propria del tessuto sociale piemontese fra Otto e Novecento. Nato in una famiglia aristocratica, ufficiale dell'esercito piemontese (combatté a Peschiera nel 1848 e fu ferito a Novara l'anno successivo), matematico e astronomo di valore, compositore di musiche sacre apprezzate da Franz Liszt, insigne benefattore, divenne sacerdote solo in età avanzata. Con la sua opera ha contribuito alla costruzione di una dimensione etica e sociale divenuta un carattere peculiare di Torino.
Fondatore della Congregazione delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, è stato beatificato nel 1988 da Giovanni Paolo II.
PREFAZIONE
Ma che strana madre è la Chiesa, di tanto in tanto! C'è voluto un papa «laico» come Giovanni Paolo II e l'amore dei nipoti e di una sorella innamorata per portare all'onore degli altari Pier Giorgio Frassati; con un'altra grande laica, che ha speso la sua vita per gli altri, Giulia di Barolo, siamo ancora in lista d'attesa; e di nuovo è stato papa Wojtyla, il meno clericale dei pontefici del Novecento, a voler riconoscere che Francesco Faà di Bruno, una specie di Pico della Mirandola cattolico del secolo scorso, meritava d'essere annoverato fra i beati, nel 1988. Strana madre davvero, che a quelli che poi - ma poi - riconosce come figli straordinari in vita dispensa spesso ostilità, incomprensioni e fastidi. Nella fattispecie grazie a un suo arcivescovo colto e progressista, il rosminiano Lorenzo Gastaldi; sant'uomo ma rigido e autoritario, che, non contento di aver duellato per anni con Don Bosco, ha dispensato la sua parte di amarezze anche al professor Faà di Bruno.
Protagonista di una vita in salita come pochi. Coraggioso - fu ferito alla Bicocca, mentre era con il principe Vittorio Emanuele, gli uccisero il cavallo di sotto - ma poi discriminato come precettore dei figli del nuovo re di Sardegna perché giudicato troppo cattolico. A dispetto di un paio di soggiorni di studio coronati da laurea alla Sorbona, e scusate se è poco. Vittima di diffidenza da parte degli ambienti di Chiesa perché lui, da maschio e da laico, si era messo in testa di aiutare le migliaia e migliaia (su una popolazione di centocinquantamila anime) di domestiche e «serve», venute dalla campagna, sfruttate, talvolta stuprate e licenziate con un bel calcio nel sedere, che arricchivano le fila delle prostitute. Nel 1861 le addette ai servizi domestici erano a Torino 11.926, l'8,62 per cento degli abitanti.
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SOMMARIO
Prefazione, di Marco Tosatti
CAPITOLO PRIMO
LA FORMAZIONE DI UNA COSCIENZA
CAPITOLO SECONDO
PARIGI UNO E DUE
CAPITOLO TERZO
TRA SCIENZA E FEDE
CAPITOLO QUARTO
L'OPERA DI SANTA ZITA
CAPITOLO QUINTO
LE MOLTEPLICI VIE ALLA SANTITÀ
CAPITOLO SESTO
NOSTRA SIGNORA DEL SUFFRAGIO
CAPITOLO SETTIMO
FINALMENTE SACERDOTE
CAPITOLO OTTAVO
L'OPERA COMPIUTA
CAPITOLO NONO
UN SANTO ECLETTICO
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
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Pier Luigi Bassignana
FAA' DI BRUNO
editore CAPRICORNO
edizione 2011
pagine 182
formato 12x19,5
cartonato
tempo medio evasione ordine 2 giorni
8.90 €
7.60 €
ISBN : 978-88-7707-066-1
EAN : 9788877070661
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