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EVANGELINA ALCIATI 1833-1959 Chiara profonda intelligente pittura |
| In una regione e in una città che negli ultimi anni sono diventate punto di riferimento per la cultura e in particolare per l'arte contemporanea, si ritrovano sensibilità ed attenzioni che si erano affievolite e tornano alla luce personaggi un po' dimenticati. Lo si deve alle persone care, alle associazioni e agli enti che di cultura si occupano, ma sono anche il segnale di un diverso atteggiamento frutto di significativi investimenti fatti dalle istituzioni. Cosi nasce il volume dedicato ad Evangelina Alciati, pittrice torinese molto apprezzata nella prima metà del secolo scorso a livello nazionale e internazionale; la sua fama è testimoniata dalla presenza di alcune sue opere presso le maggiori raccolte pubbliche e private. La biografia vuole rivalutare, dopo un periodo di oblio, il percorso professionale e personale dell'artista che a Torino si è formata ed ha lavorato con successo. Il volume contiene oltre alle informazioni sulla vita, un'interessante raccolta di carteggi che testimoniano il suo rapporto con personalità di spicco nell'ambito artistico e una ricca documentazione delle sue opere raccolta presso le più importanti Gallerie d'arte di Torino, Roma e Firenze. Un omaggio ad un'artista che rappresenta spesso nei suoi dipinti i colori e le sinuosità del paesaggio piemontese. MIA ZIA EVANGELINA ALCIATI. RICORDO DI UNA PERSONA SPECIALE ANNA MARIA FRACCHIA Era l'anno 1953. Avevo 16 anni: ricordo che sedevo intimidita su una sedia savonarola nel luminoso studio dal soffitto a vetri della prozia Evangelina Alciati in via S. Giulia a Torino. Ero sua ospite per un breve periodo, giusto il tempo per farmi il ritratto. Venivo da Milano dove abitavo con i miei genitori. L'Alciati aveva allora 70 anni ma non li dimostrava: senza rughe, un incarnato fine color porcellana, i capelli lisci castani divisi da una scriminatura e raccolti in un piccolo chignon, gli occhi scurissimi e penetranti che quando ti guardavano sembrava che ti volessero carpire l'anima. Quando lavorava indossava un grembiule nero ed in testa portava un cappellone di paglia a tesa larga per riparare gli occhi dalla luce, ai piedi ciabatte comode. Si muoveva con estrema leggerezza nonostante si fosse appesantita con l'età. Benché piccola e minuta (le mani erano piccolissime e mobilissime) non appariva fragile e ciò era dovuto al suo carattere autoritario, al suo piglio virile, alla sua lingua tagliente, al suo anticonformismo, al suo comportamento a volte spregiudicato. I suoi scatti d'ira, le intemperanze del suo carattere erano però ampiamente compensati da una genuina bontà е da una generosità a volte eccessiva. [..] |
SOMMARIO Mia zia Evangelina Alciati. Ricordo di una persona speciale ANNA MARIA FRACCHIA Evangelina Alciati pittrice di ritratti PINO MANTOVANI Educazione accademica, aperture moderniste e sensibilità naturalistica nel percorso di una protagonista della pittura italiana del Novecento MAURO GALLI Evangelina Alciati. Il destino di una vita difficile e di una vocazione d'artista a Torino nella prima metà del Novecento FRANCESCO SOTTOMANO Tavole Corrispondenza con altri artisti [dall'archivio Alciati] FRANCESCO DE CARIA DONATELLA TAVERNA Schede Antologia critica Bibliografia generale |
 
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