Il mare che avvicina
VALERIO ZANONE
Il Mediterraneo non è soltanto uno spazio fisico, è soprattutto una dimensione storica e culturale. Le radici dell'idea di Europa sono greche; e per l'Europa dei greci il Mediterraneo, prima di diventare con le guerre persiane il confine dell'ideologia, era stato con Omero il mito dell'origine.
Risale ad Erodoto, il primo storico che descrisse il mondo conosciuto dai greci, lo spartiacque fra l'Europa della libertà e l'Asia del despotismo. La linea di confine tracciata con quella divisione ideologica è rimasta nei secoli anzi nei millenni, fino a Montesquieu e ad Hegel (Pietro Rossi, L'identità dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 2007).
Ma prima di Erodoto l'Europa compare nell'Iliade come mito dell' origine. La ninfa omerica è figlia del re dei Fenici e madre del re di Creta, dunque è un mito che ha origine non dalla terra ma dal mare: il Mediterraneo che anziché distanziare i popoli li avvicina, il mare come luogo storico della sintesi.
Incrocio storico di appropriazioni e scambi, incontri e scontri, scompensi e compensazioni, oggi il Mediterraneo è lo scenario del confronto ravvicinato fra la vecchia Europa e il giovane Nordafrica: squilibri demografici, tensioni militari, strategie energetiche, pluralismo multietnico e convivenza interculturale.
Al rapporto euro-mediterraneo la Fondazione Burzio ha dedicato il convegno del 2012, di cui si pubblicano gli atti. Al tentativo di dipanare i fili del groviglio siamo stati indotti dalle rivoluzioni arabe che hanno smantellato autocrazie irremovibili e avviato la costruzione di nuovi regimi di cui resta tuttora incerta la prospettiva.
Il volume degli atti rispetta lo svolgimento del convegno ma si potrebbe anche leggere al rovescio, cominciando dalla relazione di Ahmed Djebbar che risale all'alto Medioevo delle scienze e delle dominazioni arabe.
Nelle pagine conclusive la relazione di Djebbar pone in rilievo il maggior ruolo che le istituzioni accademiche potrebbero, in cooperazione con i rispettivi governi, esercitare nel campo dell'apprendimento linguistico e della ricerca universitaria al fine di sviluppare fra i popoli delle due sponde esperienze culturali e interessi condivisi.
È evidente che, per incoraggiare le "primavere" arabe verso la via della democratizzazione, e per contrastarne le temute involuzioni fondamentaliste, la politica più efficace di cui l'unione europea può disporre è la strategia dell'integrazione mediterranea.
È purtroppo anche evidente che a quasi vent'anni dalla Dichiarazione di Barcellona la partnership euro mediterranea rimane uno dei troppi obiettivi europei che zoppicano mentre la storia corre. Il ruolo che compete all'unione europea "in un sistema regionale fra i più complessi delle relazioni geopolitiche mondiali" era già descritto nella ricerca di Giuseppe Romeo, Il fronte sud dell'Europa, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007.
Con le primavere arabe una rivoluzione trasversale e transnazionale ha investito gli stati postcoloniali dell'Africa mediterranea. La relazione di Massimo Campanini mostra come al colonialismo siano seguìti regimi di indipendenza quasi sempre governati da élites militari a struttura verticistica. Le primavere arabe, agevolate dalla trasversalità dei social network, hanno gonfiato le vele della rivolta e con essa dei partiti religiosi. Le democrazie laiche della vecchia Europa sono di fronte alle sfide dell'estremismo islamico.
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INDICE
Programma del Convegno
VALERIO ZANONE
Il mare che avvicina
MASSIMO CAMPANINI
Islam e democrazia nelle rivolte arabe
MASSIMO LIVI BACCI
Nuovi equilibri demografici del Mediterraneo
AHMED DIEBBAR
Gli scambi scientifici e culturali
tra le rive del Mediterraneo: dalle lezioni
del passato alle sfide del presente
Indice dei nomi |
Livia Giacardi
EURO-MEDITERRANEO: UN SOGNO POSSIBILE?
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2013
pagine 80
formato 15x21
brossura con sovracoperta
tempo medio evasione ordine 2 giorni
10.00 €
9.00 €
ISBN : 978-88-8262-200-8
EAN : 9788882622008
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