Non sono solo pietre
Quand'ero ragazzino, mio padre mi raccontava dei suoi giochi da bambino nel Mercato coperto di piazza Statuto, dei carretti dei verdurieri usati come altalena, dei loro grandi cesti di vimini dove era quasi assai avventuroso nascondersi. Mia madre invece preferiva parlarmi di una città che già allora c'era più: la maestosa Alla di piazza Alfieri, il monumento ai Caduti in piazza San Secondo, la vecchia Stazione ferroviaria, ricca delle irripetibili atmosfere "progressiste" di fine Ottocento. Dal tempo di quei racconti sono ormai passati quasi sessant'anni, ma la loro magia non si è affievolita nel tempo. E' stata, al contrario, la molla che per tutto il resto della vita mi ha spinto a curiosare negli angoli più o meno nascosti, talvolta ricchi di clementi di altissimo valore culturale e storico, della città. Si è venuto così a rafforzare, man mano che il tempo passava, un legame sempre più forte con Asti, i suoi personaggi e le sue "pietre". Ecco perchè, da tempo immemore, ho dedicato molto del mio tempo libero a cercare e raccogliere le testimonianze di una città in parte scomparsa e comunque cambiata, talvolta in modo radicale, soprattutto negli ultimi cinquant'anni. Tra le tante testimonianze, anche più di 1500 cartoline della prima metà del Novecento, di cui fanno parte quelle che compaiono in questa pubblicazione. Di quella città, sicuramente più a misura d'uomo, nel bene e nel male, della Asti che oggi tutti conosciamo, si sta perdendo progressivamente la memoria: quelli che l'hanno vissuta e conosciuta sono, per ovvi motivi, sempre di meno e, nella migliore delle ipotesi, la loro memoria registra sovente qualche più o meno grande vuoto. Si perdono così irrimediabilmente preziose testimonianze di vita, di costume, di abitudini, di gesti e di riti, ma anche di un tessuto commerciale che non conosceva supermercati e franchising, di un assetto urbanistico di antica e sapiente progettazione in cui era sconosciuto il cemento armato, dei viali di cui erano ricche le periferie, delle villette di fine Ottocento-inizio Novecento, dei campi e degli orti che arrivavano a lambire il centro urbano.
Di qui la voglia e, nel mio caso, la necessità, di fermare sulla pagina le testimonianze di ciò che è stato e di ciò che è cosi tumultuosamente cambiato. Quando si pensa alla storia, lo si fa sovente andando a scavare in tempi abbastanza lontani. Qui invece si tratta di quella che viene definita "microstoria", un insieme di eventi e situazioni che in molti casi sono ancora nella nostra memoria e che si ritiene, erroneamente, non possano mai perdersi nei ricordi delle persone.
Ecco dunque il perchè di questo piccolo contributo alla conservazione della memoria recente della nostra città. Un viaggio senza pretese nel passato prossimo della nostra Asti che spero possa essere di qualche utilità a chi verrà dopo di noi. A loro spetterà il compito, non facile, di conservare per conoscere.
Pippo Sacco |
Una rubrica che racconta e fa pensare
Nel 2000 chiesi a Pippo Sacco una rubrica di confronto tra immagini fotografiche del passato e del presente, da pubblicare sull'edizione astigiana de "La Stampa". Bisognava trovare un titolo: la nostra scelta cadde su "Doppio clic". E' stato un titolo azzeccato, facile da ricordare, che centra il tema. La formula è semplice: due clic distanti nel tempo, ma con la caratteristica di essere stati scattati nello stesso luogo e con la medesima prospettiva. Come un pittore che sistema la sua tela davanti ad un paesaggio e un appassionato di storia che torna anni dopo sul luogo dove quell'artista ha tratto ispirazione cercando di coglierne lo stesso colore, il clima, l'ambiente.
Alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento ci fu chi sistemò il treppiede con i pionieristici apparecchi fotografici dell'epoca per immortalare uno scorcio, un momento di vita in una via di Asti o in una piazza di paese. Nascevano così le cartoline, le foto da album dei ricordi, i primi resoconti giornalistici.
Pippo Sacco, con la passione da storico del territorio che lo contraddistingue, ha raccontato ogni settimana in questi anni oltre 400 doppi clic, mettendo a confronto il passato e il presente. Questa sua ricerca e la selezione che ha portato alla realizzazione di questo volume, sono una straordinaria occasione di fermarsi a riflettere, anche sui troppi errori edilizi ed urbanistici dei decenni scorsi.
Ci sono confronti che fanno emergere con lacerante nostalgia quanto erano più armoniche certe piazze, scorci intensi, angoli di una struggente bellezza perduta. Ne emerge uno spaccato della storia dei luoghi. Sprazzi di paesaggio che oggi sono stati inglobati dalla città e dalle profonde mutazioni urbanistiche del territorio.
"Doppio clic" non è però una semplice operazione di nostalgia. Ogni confronto tra le foto è raccontato attraverso l'evoluzione del tempo. Una carrellata di storia e storie, personaggi e persone che li hanno fatti vivere e che è bello ricordare anche così.
Sergio Miravalle
Caposervizio edizione di Asti della "La Stampa"
INDICE
La città
Le frazioni
La provincia |
Pippo Sacco
DOPPIO CLIC
editore DIFFUSIONE IMMAGINE
edizione 2008
pagine 214
formato 23x21,5
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
18.00 €
18.00 €
ISBN : 978-88-89277-21-8
EAN : 9788889277218
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