DOMENICO
VALINOTTI
PROTAGONISTA DELLA PITTURA DI PAESAGGIO IN PIEMONTE
SERGIO REBORA
Nel primo quarto del Novecento, all'epoca delle avanguardie, si verificano
con una certa frequenza le modalità di un approccio autodidatta alle
arti figurative. In tutta Europa, in quegli anni le accademie non svolgono
più un ruolo fondamentale come nel passato; al contrario si assiste
a un rifiuto consapevole e programmatico della didattica istituzionalizzata.
E' il caso di tanti artisti, come in fondo Felice Casorati. Negli anni precedenti
la prima guerra mondiale, quando la critica militante - in Italia soprattutto
attraverso Raffaello Giolli - teorizza l'importanza della spontaneità
e genuinità nella creazione artistica, la rinuncia, volontaria o
fortuinta, all'apprendimento accademico diventa una sorta di mito letterario,
a volte costruito con pervicacia e fredda determinazione dagli artisti stessi
o dai loro mentori. Per non allontanarsi dall'ambito culturale piemontese,
ciò è accaduto a Savina Rossi Farello, donna del popolo giunta
anziana e autodidatta alla pittura attraverso la spinta dei media
dell'epoca, ottenuta con un abile lavoro di pubblicizzazione ante litteram,
fino alla prestigiosa ribalta della Biennale veneziana.
Forse anche Domenico Valinotti si è avvicinato all'arte suggestionato
da esempi simili; certamente il suo esordio non facile - datato intorno
al 1910 - è stato agevolato dal clima congeniale alla valorizzazione
di talenti nascosti e incolti diffuso in quegli anni. Nel suo caso tuttavia
sorprende il modo in cui l'establishment culturale ha saputo comprendere
le qualità della sua pittura valorizzandole. Infatti, grazie alla
ricostruzione assolutamente esaustiva della sua biografia effettuata da
Francesco Sottomano e pubblicata in questa occasione, ci si rende conto
di come Valinotti, dall'immediato primo dopoguerra, si inserisca con un
ruolo di primo piano nell'ambito artistico torinese.
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Nei
miei quadri sono dipinti cieli, piante, fiumi, campi, strade, fiori, uomini,
cose ed animali, con la pretesa che nessuno si chieda di che si tratta.
Se dipingo il volto di una persona e cioè faccio un ritratto, ho
l'ambizione che rassomigli al ritrattato.
D'altronde a chi dovrebbe rassomigliare?...
... Voglio soltanto far mia, con l'approfondire dell'ansia, un poco di
quella poesia che emana da una margherita di prato o da una strada, come
da una madre che allatta il bambino o da un fiume che scorre e ti porta
con la fantasia lontano in terre che non conosci, o da una nuvola sospesa
nell'azzurro del cielo, sopra le case degli uomini.
E se per questo uso la buona pittura, tanto meglio.
Domenico Valinotti |
Sergio Rebora - Francesco Sottomano
DOMENICO VALINOTTI
editore FABIANO
edizione 2000
pagine 128
formato 21,5x30,5
telato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 6 giorni
41.00 €
32.80 €
ISBN : 88-87333-30-0
EAN :
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