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Recentemente
ho tentato un singolare esperimento. Ho chiesto ad un discreto numero
di persone se conoscono le Dolomiti. La risposta è stata totalmente
affermativa. Tra i molti interlocutori, italiani e stranieri, nessuno
ha avuto esitazioni nel rispondere. Ad una seconda domanda, riferita alla
collocazione geografica delle celebri montagne, sono affiorate le prime
perplessità; se pochi hanno saputo indicare con precisione località
e province, parecchi altri hanno tentato, assai vagamente, di legare il
territorio ad ambiti più noti: "Next to Venice... in der Nahe
von Gardasee... in Sudtirolo... nel Trentino, no, tra Bolzano e l'Austria".
Esperimento riuscito! E il risultato è chiaro. Alla celebrità
ormai internazionale di queste cime corrisponde una grande quantità
di dubbi circa la loro esatta posizione geografica. Nessuna colpa ai miei
"intervistati", ma le significative risposte sono servite a
confermare che, spesso, notorietà ed esatta informazione non vanno
troppo d'accordo. Dubbi alimentati, in tempi recenti, da una letteratura
su temi naturalistici, geologici ed escursionistici che, seppur vastissima
e costantemente aggiornata, ha creato errate attribuzioni a una provincia
piuttosto che ad un'altra, dimenticando che la montagna - come altri ambienti
naturali - rappresenta un patrimonio comune al di là dei confini.
Nello spirito di questa comune "eredità" naturale, a
duecento anni dalla scoperta scientifica dei monti dolomitici, le genti
di queste vallate hanno voluto dare, in forme diverse, il giusto rilievo.
Un "compleanno" importante, che ha segnato il ricordo dell'ingresso
ufficiale delle Dolomiti nell'ambito scientifico ed esplorativo dell'Europa
illuminista.
La celebrità che permane, dunque, si lega a quella "giovane"
scoperta di duecento anni fa, quando nel 1788 lo studioso francese Déodat
Tancrede de Dolomieu individuò per primo le caratteristiche peculiari
della roccia dolomitica. Fu proprio quel suo primo viaggio tra le montagne,
definite "dall'aspetto unico e ed irreale", a segnare una fortuna
che, da quell'episodio, trarrà continui e crescenti motivi di interesse
naturalistico, alpinistico ed escursionistico. Del resto è proprio
la conformazione geologica a definire le coordinate del "pianeta
Dolomiti" comprendente - nella generica divisione tra Dolomiti Orientali
e Dolomiti Occidentali - la catena alpina posta tra le province di Belluno,
Bolzano, e Trento e delimitata dal corso dei fiumi Adige, Isarco, Piave,
Rienza, Cismon e Brenta. Di esse fanno parte anche l'esteso massiccio
del Gruppo di Brenta posto in territorio trentino tra i fiumi Adige, Sarca
e Noce, nonchè le Piccole Dolomiti, il crinale che lega i Monti
Lessini al Pasubio.
Ma se la scoperta scientifica di Dolomieu segna la nascita moderna di
questi mirabili colossi di pietra che sembrano vivere di vita propria
- rossi al tramonto quando i raggi dell'ultimo sole ne lambiscono le tormentate
superfici, e lunari nella notte in quel candore che gli ha conferito l'appellativo
di "Monti Pallidi" - la loro genesi risale a duecentocinquantamilioni
di anni fa, quando un episodio eruttivo diede origine ad un mare popolato
da colonie di organismi che con il loro accrescimento, in una progressione
continua di strati, crearono enormi barriere coralline rese ancor più
evidenti, al ritiro delle acque, dal recente modellamento glaciale. Sono
fenomeni geologici complessi e tutt'ora in corso, che qui sarebbe difficile
esporre - dalla diagnosi di Dolomieu: "...si tratta di una pietra
calcarea molto scarsamente effervescente che circonda e in molti casi
ricoprele montagne granitiche tra Trento e Bolzano", essi hanno dato
l'avvio ad una serie di studi e ricerche di carattere naturalistico.
[..] |
Attilio Boccazzi-Varotto - Roberto Festi
DOLOMITI 360°
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 1999
pagine 170
formato 35x32
cartonato con sovracoperta plastificata a colori, inserito in prestigioso cofanetto di fattura manuale
tempo medio evasione ordine ESAURITO
103.00 €
103.00 €
ISBN : 88-8068-112-5
EAN :
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