Il castello di Cosseria raffigurato nella situazione del 13 aprile 1796.
Ore 13: in una pausa dell'investimento delle truppe del Buonaparte, dopo il fallito attacco del Gen. Banel della tarda mattinata, il Generale imperiale Provera e quello repubblicano Augereau si incontrano fuori dalle mura, a qualche decina di metri dalla porta del castello.
Al colloquio sono presenti pochi uomini di scorta. Gli Austriaci sono in uniforme chiara, i Francesi in bleu scuro.
Dal castello sono ben visibili i tre livelli di difesa: verso le 16 saranno nuovamente interessati da un attacco generale delle truppe della divisione Augereau.
L'aspetto generale della scena è alquanto melanconico, ombreggiato dalla densa nuvolaglia del momento. Molti uomini delle colonne francesi che si intravedono sulle pendici dell'altura del castello non vedranno il tramonto, uccisi dalla disperata difesa della guarnigione del posto.
PREFAZIONE
In un piccolo angolo sud-orientale dell'antico Piemonte, su uno sperone che si erge dal tessuto orografico della zona compresa tra le due Bormide, sorgeva il castello di Cosseria, le cui origini sono velate dai tanti secoli trascorsi.
Il luogo cambiò più volte di sovranità, ma dal 1736 fu definitivamente acquisito nel Regno di Sardegna. La curiosità di quell'area era data dalla forte vicinanza di terre della Repubblica di Genova, del Ducato di Monferrato, del Marchesato del Finale, di Feudi Imperiali; essa era dunque posizione di confine. A poche miglia dal sommo di Cosseria (il castello fu gravemente danneggiato e rovinato dagli Spagnoli nel 1535) si scorgevano i villani liguri, quelli monferrini e quelli finalesi.
Il nome del luogo venne più volte modificato nel tempo; l'attuale dizione "Cosseria" è antica di quasi tre secoli. A nord-est del castello un agglomerato di case e numerosi cascinali sparsi ne ripetono il nome.
Viene da chiedersi se nacque prima il castello o il centro abitato. Siamo concordi con altri nel ritenere che fu attorno al vetusto rnaniero, nei luoghi ove esistevano piccole terrazze e ripiani naturali, che sorsero le prime casupole che, a poco a poco, costellarono i fianchi della collina di macchie bianche e rosse di abitazioni civili. Nel medioevo una strada importante ed agevole, partendo da Cairo (oggi Cairo Montenotte), toccava Cosseria e scendeva poi a Millesimo.
Su questa zona, al tempo della Restaurazione (1815) si ampliò la Provincia di Savona, allorché fu annessa, come tutto il territorio ligure, al Regno di Sardegna. E così gli abitanti di Cosseria, senza peraltro modificare il loro caratteristico dialetto, si ri-trovarono da un giorno all'altro liguri, come gli abitanti di Pallare, Mallare e Carcare, che liguri lo erano già da secoli.
L'avvenimento di guerra che rese celebre il castello (o meglio le sue rovine) si svolse nel quadro della prima campagna d'Italia di Napoleone Buonaparte (1796). Il giovane generale, che attraversò poi tutte le frontiere d'Europa, spinse le sue brillanti brigate e divisioni, nel compimento dei piani operativi di quello che divenne il primo capitano dell'epoca, verso i villaggi figuri, quelli piemontesi e quelli, appena più discosti, del Ducato di Milano, allora sotto sovranità imperiale.
La disperata resistenza di Cosseria, con una minuscola guarnigione sarda e austriaca, ebbe in quel tempo grande risonanza tra tutti gli eserciti combattenti.
Le finalità di questa pubblicazione sono ben note: la ricostruzione fedele - nel bicentenario - di un episodio bellico il cui ricordo, nei nostri tempi, si andava immeritatamente smorzando. E con essa, il richiamo ad un'epoca, per fortuna ormai lontana, che fu - in realtà - un buon banco di prova per la nostra gente piemontese e anche per i Francesi occupanti.
L'eroismo di un ufficiale dell'armata sarda, Filippo del Carretto di Camerano, che da anni, al comando di reparti scelti, combatteva contro i Francesi, ebbe il suo culmine nella sfida sublime da lui lanciata tra quelle mura diroccate contro un avversario strapotente per numero e già imbaldanzito dal recentissimo successo avuto sugli Austriaci, alleati dell'armata sarda, nella battaglia di Montenotte.
Filippo del Carretto cadde tra i suoi uomini che lo adoravano, splendido esempio di attacamento al dovere.
Il valore dimostrato da un uomo o da un corpo combattente in un preciso fatto d'armi non può essere appannato dall'evoluzione storica e politica della nazione o del popolo che furono un tempo protagonisti di un dato conflitto. Il distacco del tempo, come nel caso che ci proponiamo, ha un grande pregio: di poter esaminare il fatto con una distillata obiettività e di poter così, mettendo in luce i lati positivi di tutti i combattenti, rendere giustizia a quanti si sacrificarono o diedero generosamente la vita per il loro Paese. Ben a proposito il poeta A.G. Barrilli nel 1884 dettò la lapidaria epigrafe che la Brigata Ferrara volle porre a ricordo di quelle antiche gesta. Essa è tuttora visibile all'ingresso del castello.
Due righe dell'epigrafe sono particolarmente incisive: "I prodi e gloriosi Italiani" e "un prode esercito e un prode capitano".
Nella prima si intendono i difensori, nella seconda, ovviamente, gli attaccanti. In questa splendida concisività è contenuto il rispetto, l'ammirazione, il ricordo "cavalleresco" di quegli antichi combattenti, ormai uniti nello spirito e nella tradizione di due grandi popoli amici.
GIAMPIERO LEO
Assessore alla Cultura della Regione Piemonte
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INDICE
Prefazione di Giampiero Leo
Guido Amoretti
COSSERIA - 1796
Carmelo Prestipino
L'ENTROTERRA SAVONESE ALLA FINE DEL SECOLO XVIII
Alberto Turinetti di Priero
BRIGANTI O PARTIGIANI DEL RE
Fatti e misfatti di una guerra dimenticata
Vera Comoli Mandracci
PAESAGGIO E GUERRA
Silvia Brovia e Ornella Maglione
CARTOGRAFIA STORICA DEL TERRITORIO DI COSSERIA
Gustavo Mola di Nomaglio
UN EROE DELL'ANTICO PIEMONTE
Filippo Del Carretto di Camerano nella "Guerra della Alpi" (1792-1795) 85
A cura di Guido Amoretti
IL DIARIO DELLA MARCHESA LUISA PALLAVICINO DI CEVA E PRIOLA, SPOSATA A DEL CARRETTO DI LESEGNO
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Guido Amoretti
COSSERIA 1796
editore OMEGA EDIZIONI
edizione 1996
pagine 124
formato 17x24
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 8 giorni
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