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ALLA CORTE DI RE CARLO ALBERTO
Personaggi, cariche e vita a palazzo nel Piemonte risorgimentale
L'altra faccia del Piemonte albertino

Nella collana che raccoglie i lavori dei suoi borsisti, la Fondazione Burzio è lieta di pubblicare la ricerca di Pierangelo Gentile che ha estratto dagli archivi l'altra faccia del Piemonte albertino; negli anni delle cospirazioni patriottiche e dei fermenti liberali verso la modernità, le rigide tradizioni cortigiane del Piemonte d'autrefois, un tema ricorrente nelle narrazioni di Filippo Burzio.
Non si può dire che alla corte di Carlo Alberto fosse in voga la vita allegra. Il Re si alzava alle cinque, e dunque a quell'ora tutto l'apparato di palazzo doveva già essere in servizio. La giornata era scandita da un meticoloso rituale di cerimonie ripetitive, con una sequenza implacabile di funzioni religiose. La frequenza dei funerali derivanti dagli intrecci dinastici della Casa Reale obbligava le dame a vestire il lutto per buona parte dell'anno. Il Re indossava sempre l'uniforme militare ed esigeva il meticoloso rispetto dell'etichetta.
Fra le vittime in giovane età delle pedanterie di corte erano i paggi, e in una nota verso la fine del libro si trova uno scoop poco noto circa il paggio di Carlo Alberto più celebre nella storia ed anche più inviso al sovrano, il sedicenne Cavour.
L'espulsione del Conte, già ufficiale del Genio, dalla corte del principe di Carignano, è attribuita alla sua insofferenza verso gli obblighi opprimenti e quasi servili della livrea, e scrivendone molti anni dopo Cavour ammetteva di essere stato rimosso per aver pronunziato "des paroles imprudentes". Più precisamente al momento dell'incidente Carlo Alberto aveva scritto di aver messo alla porta il giovane Cavour perché "s'était ravisé de faire le Jacobin". Ma Gentile rintraccia per via indiretta una testimonianza più precisa della zia di Camillo, duchessa Clermont Tonnerre. I paggi durante i ricevimenti servivano da bere esclusivamente alla famiglia reale, ma un invitato avrebbe carpito un gelato dal vassoio di Cavour, che scaraventò il vassoio a terra ritenendo di essere stato trattato come un cameriere. E insieme al vassoio Cavour si sarebbe in quel modo sbarazzato della livrea rossa "da gambero" che lo obbligava a camminare a ritroso davanti al principe.
La ricerca di Pierangelo Gentile è una miniera di dati quasi introvabili altrove, per esempio in fatto di stipendi. Se ne può cavare qualche sorpresa in merito al mecenatismo verso le belle arti.
Se l'Intendente della Real Casa, il potente conte di Castagnetto aveva uno stipendio di ottomila lire (quello medio dei cortigiani non arrivava a mille), non di molto inferiore era il compenso di seúnila lire conferito a vario titolo al pittore di corte Pelagio Palagi.
Figura artistica di primaria importanza per i grandi dipinti nei palazzi reali, Palagi fu anche scultore e campeggia tuttora davanti al Palazzo di Città quel Conte Verde, familiare ai torinesi ma discusso dai critici d'artè.
Già i contemporanei contestavano al Palagi il fatto che la statua del principe alle prese con i Saraceni "guarda avanti a sé, come in cerca di qualcheduno, né sembra che ai suoi piedi giaccia un nemico che lo minaccia"; sicché, come scris-se in un epigramma il cavalier Baratta, "chi percuota colui non è ben chiaro".
Ma il monumento al Conte Verde è del 1853, e prima di allora era avvenuta la svolta storica che avrebbe segnato il tramonto dell'antico regime. Ne dà con-to nella Premessa il tutor della ricerca, Gian Carlo Jocteau.
Con la concessione dello Statuto anche gli usi della Corte dovevano aprirsi ad un rapporto ravvicinato con la cittadinanza. Le resistenze ultraconservatrici della aristocrazia, soprattutto savoiarda, furono superate a partire dal 1849 dal governo di Vincenzo Gioberti.
Poi, l'indole poco cerimoniosa del nuovo re - Vittorio Emanuele II - e i suoi gusti popolani concorsero con il sopravvento pqlitico del parlamentarismo liberale nel mettere fine a quel vecchio mondo.

VALERIO ZANONE
INDICE

L'altra faccia del Piemonte albertino, Valerio Zanone
Premessa, Gian Carlo Jocteau
Abbreviazioni archivistiche

PARTE PRIMA
LA STRUTTURA E GLI UOMINI DELLA CORTE DI CARLO ALBERTO
I molteplici significati della corte. Definizioni teoriche
e problemi storiografici di un fenomeno di lungo periodo . .
La corte di Carlo Alberto. Le premesse storiche
La vigilia dello Statuto. La struttura e gli uomini
della corte di Carlo Alberto
La Real Cappella
La Real Camera
Alla camera del Re: i Grandi, l'"esercito" dei gentiluomini,
i cerimonieri
Le dipendenze della Real Camera
La Real Casa, la Real Scuderia e i "Piccoli Grandi"
Le altre corti
L'amministrazione della corte sabauda
Le dipendenze dell'Azienda della Real Casa
I reparti militari cortigiani
Il mutamento della corte
La struttura e gli uomini della nuova corte

PARTE SECONDA
ASPETTI DELLA VITA DI CORTE

La devozione religiosa dei Savoia.
Un anno alla Cappella Regia di Carlo Alberto
Alla corte del Re: un anno a Palazzo Reale

Indice dei nomi
Indice




Pierangelo Gentile

ALLA CORTE DI RE CARLO ALBERTO

editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2013
pagine 194
formato 17x24
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

20.00 €
18.00 €

ISBN : 978-88-8262-203-9
EAN : 9788882622039

 
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