1978: rapimento ed esecuzione di Aldo Moro. 1982: agguato e uccisione del generale Dalla Chiesa. Anni cruciali della storia italiana, nei quali si colloca, nel 1981, Conversazione in una stanza chiusa, la lunga intervista-colloquio di Davide Lajolo con Leonardo Sciascia, che qui si ripubblica. L'impegno politico, umano e sociale dei due scrittori, solidali su un fondo di valori comuni, vi trova un'espressione autentica, ben visibile nella diversità di carattere e di forma di intervento nella letteratura e nella politica.
«Lajolo. Concordi con il fatto che il primo partito nostro (di noi due) è la coscienza?
Sciascia: Sì, la coscienza: come primo e, in definitiva, unico partito. Ma una coscienza, direi, fortemente improntata al diritto. [...] Sento la Costituzione della Repubblica Italiana come un'oggettivazione della mia coscienza, come la carta che la mia coscienza non può né travalicare né tradire, e tanto meno possono travalicarla e tradirla le mie azioni. Poiché intorno è tutto un travalicarla e un tradirla, la mia coscienza si ritrae sempre più, si fa sempre più solitaria. [...]
Lajolo. Puoi spiegare esattamente il significato di "conservatore per essere rivoluzionario"? Sciascia. Il reazionario vuol conservare il peggio. 11 conservatore il meglio. È soltanto conservando il meglio del passato che si può guardare al futuro e andare avanti.
Lajolo. Tu sci provocatore o pensatore stimolante?
Sciascia. Non provocatore per vocazione: non nascondo quello che penso. Semplicemente. Posso anche aggiungere: candidamente».
INTRODUZIONE
Dalla stanza aperta della storia: il dialogo a distanza tra Davide Lajolo e Leonardo Sciascia
1978: rapimento ed esecuzione di Moro, 1982: agguato e uccisione del generale Dalla Chiesa. Anni cruciali della storia italiana, sul cui sfondo tragico si situa, nel 1981, la Conversazione in una stanza chiusa, ovvero la lunga intervista-colloquio di Davide Lajolo con Leonardo Sciascia, edita da Sperling & Kupfer. L'impegno politico, umano, sociale dei due scrittori, solidali su un fondale di valori comuni, vi trova una espressione autentica, insieme alla diversità di carattere e di comunicazione, del tutto evidente nell'incalzare a volte dilagante delle domande e l'asciuttezza composta, sofferta, delle risposte, in linea con la ricerca stilistica della narrativa dei due dialoganti: scopertamente autobiografica quella di Lajolo, man mano più filtrata, con l'eccezione di quel libro atipico quanto unico e straordinario capolavoro che è L'affaire Moro del 1978, quella di Sciascia, con risposte probabilmente a "tavolino", alcune delle quali riprese da altre interviste, in particolare quella alla Padovani, La Sicilia come metafora, Mondadori, 1979.
Differenze, mi è caro immaginare e rendere presente nella memoria "iconografica" del tempo, anche nel fisico, nella voce, negli occhi, specchio, disegno, apertura, finestra del cuore. Resta l'impressione, confermata anche dai colloqui con Laurana Lajolo, di un incontro necessario di due personaggi di spicco che, pur uniti su certe questioni, agivano in modo del tutto diverso, provenienti da culture differenti.
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INDICE
Introduzione, di Fabio Pierangeli
Conversazione in una stanza chiusa
APPENDICI
Il valore dell'intervista a Josef Smrkovsky di Davide Lajolo
Pier Paolo Pasolini ucciso dalla violenza che si ostinava a combattere
Davide Lajolo. Pena di morte. Nella resistenza eravamo diversi
La poesia di Mario Dell'Arco
«Tormarancio» il libro più bello
Il conte Magalotti all'oratorio del Borromini
Belli e Gogol
Belli, Tripisciano e il cavaliere |
Davide Lajolo - Fabio Pierangeli
CONVERSAZIONE IN UNA STANZA CHIUSA CON LEONARDO SC
editore AAA VARI
edizione 2009
pagine 104
formato 12x19
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine ESAURITO
12.00 €
12.00 €
ISBN : 978-88-96517-06-2
EAN : 9788896517062
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