Frutto di un’abilità manuale antica, espressione di una cultura agro-pastorale alpina, oggi scomparsa, saldamente radicato nel territorio ove trova la materia prima da utilizzare, l’artigianato valdostano di tradizione ha attraversato i secoli, giungendo indenne da ogni contaminazione fino alla metà del secolo scorso, mantenendo ancora oggi – seppur orfano della cultura che l’aveva generato – tutta la sua vitalità.
Fin dai primi anni del secolo scorso, nella volontà di preservare e valorizzare una tradizione così radicata, le istituzioni valdostane hanno avvertito la necessità di intervenire per promuovere l’artigianato ed incentivare i produttori, sviluppando forme e temi sempre coerenti con l’ambiente montano, aggraziando le produzioni d’uso e sviluppando l’artigianato creativo.
Dagli anni Cinquanta ai primi anni Ottanta, queste istituzioni hanno raccolto differenti manufatti, costituendo di fatto una collezione ricca e rappresentativa del percorso degli artigiani valdostani negli ultimi due secoli.
La collezione, di proprietà regionale, è attualmente affidata all’IVAT, e consta di circa quattrocento manufatti suddivisi in oggetti d’uso, tipici dell’economia agro-pastorale alpina, realizzati prima del Novecento e opere create negli ultimi cinquant’anni che, rappresentano, attraverso elaborati scultorei e decori locali, soggetti e momenti legati alla cultura del quotidiano.
PREFAZIONE
L’idea di pubblicare due volumi interamente dedicati alla collezione IVAT è nata da un’inattesa proposta da parte dell’editore stesso. La risposta è stata immediata e ha suscitato una serie di riflessioni e dibattiti ai quali hanno partecipato quegli appassionati che dedicano il loro tempo prezioso alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artigianale di tradizione. Queste persone fanno parte di una commissione che da qualche anno ormai sta lavorando a quel sogno che è il MAV, il Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione, il quale ospiterà l’intera collezione IVAT e altri oggetti.
Questo insieme di oggetti, che allo stato attuale è composto da circa 450 opere, tra le quali troviamo sia pezzi d’uso domestico quotidiano, sia pezzi artistici, non è nato con l’obiettivo di soddisfare la volontà d’informazione propria delle collezioni. Vi sono tutta una serie di lacune, risultato di acquisizioni dettate più dalla passione che da una precisa volontà di divulgazione, lacune che speriamo di colmare con le integrazioni future. L’attuale collezione è infatti il frutto di una raccolta non sistematica che alcuni appassionati amministratori, incaricati di gestire istituzioni che si sono occupate di artigianato di tradizione nella nostra regione per cinquant’anni – Comité pour l’Artisanat, EVArT, IVAT – sentivano come estremamente necessaria. Queste persone, tra le quali citiamo Amédée Berthod, René Willien, Robert Berton, Pierre Vietti, … e altri ancora, non hanno lasciato alcuna documentazione relativa alle loro acquisizioni; manca quindi il materiale che permetterebbe di descrivere le origini e l’evoluzione dell’attuale collezione IVAT. La struttura della presente pubblicazione è grosso modo il riflesso dell’evoluzione e della varietà dell’artigianato valdostano di tradizione, articolato su due gruppi temporali di oggetti.
Nel primo volume troviamo soprattutto attrezzi, testimoni silenziosi della nostra antica civiltà pastorale. Questi pezzi rappresentano le radici, l’essenza dell’artigianato, dove le mani sono guidate dalla ragione per creare degli oggetti utili al contesto domestico e a quello agricolo. Si tratta di oggetti concepiti per durare nel tempo, sovente ingentiliti da decorazioni. Nella maggior parte dei casi non si conosce il nome degli autori, ma questo non ci impedisce di ammirare l’ingegno che ha prodotto le linee, i disegni e alcuni stratagemmi tecnici, in particolare nel caso degli attrezzi agricoli. Questa sezione, che definiremo in maniera generica «storica», è completata da una ventina di sculture tra le più rappresentative, i cui autori non sono più tra noi.
Si tratta senza alcun dubbio di una scelta arbitraria, che tuttavia ci permette di valutare, attraverso lo scorrere delle pagine, il percorso del nostro artigianato. Il primo volume si ferma agli anni Cinquanta-Sessanta, periodo transitorio o di scissione tra il mondo d’antan e il mondo moderno. Il secondo volume infatti ci condurrà all’interno di un’atmosfera più recente, con sculture e artigiani contemporanei, a partire dagli anni Settanta.
Viste le costanti integrazioni della collezione IVAT, la seconda pubblicazione ne completerà la presentazione aggiornata, proponendo le ultimissime acquisizioni, moderne ed antiche, ottenute grazie al sostegno di tutti coloro che credono nella salvaguardia dell’artigianato di tradizione e nel progetto Museo.
I testi sono stati pensati e scritti l’uno da Benonino Gerbore, ex presidente dell’IVAT, artigiano e sostenitore del grande progetto di promozione, di valorizzazione e di salvaguardia dell’artigianato di tradizione, il quale ha vissuto in prima persona quei periodi in cui gli appassionati amministratori di cui sopra hanno intrapreso la loro attività di raccolta, che ha poi costituito di fatto il cuore della nostra collezione.
Il secondo testo è stato redatto dallo storico Joseph-César Perrin, che ha sapientemente tracciato un profilo storico, economico e sociale del fenomeno dell’artigianato di tradizione, nel quale si pone soprattutto attenzione alla nascita e allo sviluppo del concetto di «Museo» che, come avrete la possibilità di leggere, ha origini lontane nel tempo.
Al fine di restituire vita a questo momento di storia durante il quale è stata creata la base della nostra collezione, abbiamo voluto inserire una «Foire d’antan», piccola raccolta iconografica e testuale sui personaggi che hanno segnato quegli anni di transizione, cruciali per l’artigianato.
La realizzazione di questo volume ha potuto contare sulla preziosa collaborazione di Livio Charbonnier e Adolfo Lucianaz, artigiani-ricercatori che da anni ormai sono impegnati nella lettura e nella divulgazione di quegli elementi autentici che identificano l’artigianato valdostano. È con il loro aiuto che è stato compiuto il lavoro di selezione all’interno della collezione degli oggetti da pubblicare.
Uno speciale ringraziamento va a Marie Claire Chaberge, che ha seguito pensieri e parole da «dietro le quinte».
Roberto Vallet e Nurye Donatoni
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INDICE
Prefazione
Roberto Vallet e Nurye Donatoni
Ricordi di un artigiano
preso in prestito dall’amministrazione
Benonino Gerbore
Dalla Fiera di Sant’Orso
al Museo dell’artigianato di tradizione
Joseph-César Perrin
Foire d’antan
Avant-propos
Roberto Vallet et Nurye Donatoni
Souvenirs d’un artisan
emprunte par l’administration
Benonino Gerbore
De la Foire de la Saint-Ours
au musee de l’artisanat de tradition
Joseph-César Perrin
La collezione ivat
dal XIX secolo agli anni Sessanta
La collection ivat
du XIXe siècle aux années Soixante
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a cura di Roberto Vallet - Nurye Donatoni
LA COLLEZIONE IVAT
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2006
pagine 168
formato 22,5x29
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
29.90 €
29.90 €
ISBN : 88-8068-340-3
EAN : 9788880683407
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