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LA CODA DEL TOPO
PROLOGO

Napoli, 13 agosto 2006

Caro Paolo,
da anni non ci vediamo, non ci sentiamo nemmeno.
Avrei dovuto farlo io, che sono più giovane, per rispetto nei tuoi confronti. Sapessi Paolo, quante volte ho pensato a te in questi anni!
Nel periodo della nostra malattia abbiamo stabilito un contatto che forse va al di là delle parole. Per questo i nostri discorsi di allora hanno potuto colmare tutto questo tempo. Ho riflettuto bene sul loro significato.
Per prima cosa voglio dirti che sto bene adesso, mi sono laureato e lavoro presso l'Università come assistente. Il mio lavoro mi piace, sto anche per sposarmi, per questo vorrei incontrarti Paolo. Vorrei che l'uomo a benedire la mia unione, fossi tu.
Ora più che mai, ora che sono ad una svolta della mia vita, vorrei incontrarti, parlarti. Ho esaurito le piccole perle di saggezza che mi hai regalato...
Spero che tu sia in forma, non abbia avuto altri incidenti. Vorrei venire al Paese, per vederti e farti conoscere Lucia, che è una persona veramente fantastica. Quante cose avrò da dirti.
Non sono più l'uomo di Kafka, che sta seduto alla finestra ad aspettare. Voglio andare incontro al mio cavaliere. Questo cavaliere che ha varcato città, superato montagne, guerre ed ancora monti e paesi in mio nome, questo cavaliere sei tu...
Permettimi ancora di discutere con te sulla vita, sull'amore, sul giudizio. Vorrei parlarti di filosofia e non elucubrare di saggi imparati a memoria, come faccio in genere, solo per distinguermi dagli altri.
Vorrei poter parlare col filosofo, e quello sei tu.
Paolo, spero tu faccia ancora volare alti gli aquiloni, lo spero veramente.

A presto, Vittorio.

Avevo la lettera in mano, guardavo Giuseppe correre, la mamma gli teneva la manina, alazandolo per il braccio ad ogni piccolo intoppo del terreno.
Eravamo in Africa, ero appena sceso all'Ambasciata con la Jeep, mi avevano consegnato questa lettera. Guardavo, sopra la piccola collina che mi stava di fronte, i cactus; l'intenso calore offuscava la mia visione, vedevo i loro frutti maturi aprirsi, arrendendosi generosi a quel sole superbo. Mi venne in mente mio padre, i suoi racconti sulla campagna della Sicilia, í fichi d'india maturati al sole, la terra bollente ed arsa del suo paese in montagna. Quanto amavo quell'uomo, forte e generoso.
Giuseppe era inciampato battendo la testa, la mamma lo teneva in braccio adesso, rassicurandolo, venivano verso di me.
Avevo chiuso gli occhi per un istante. Aprendoli, loro erano lì con me, mi abbracciavano.
Il mio aquilone stava volando alto nel cielo.
Vittorio non avrebbe più avuto bisogno di me, era pronto, aveva capito.
Trangugiai la saliva, il mio cuore in agitazione rallentò i battiti.
I miei pensieri correvano veloci.

Era lui.
Il panico si impossessò di me.
Era stato lui.

Ora conoscevo quel volto, ora sapevo che il mio aggressore era lui. Adesso ero di nuovo caduto nella sua trappola. Se solo avessi potuto chiamare qualcuno, scappare. Ma non potevo.


INDICE

PROLOGO

CAPITOLO I
Episodio 11
Episodio 10
Episodio 9
Episodio 8

CAPITOLO II
Episodio 7
Episodio 6
Episodio 5
Episodio 4

CAPITOLO III
Episodio 3
Episodio 2
Episodio 1
Episodio 0



Silvia Salussolia

LA CODA DEL TOPO

editore FUSTA
edizione 2009
pagine 208
formato 12,5x21
brossura
tempo medio evasione ordine
2 giorni

13.00 €
9.70 €

ISBN : 978-88-95163-24-6
EAN : 9788895163246

 
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