CIUTO il silenzio violato |
PREFAZIONE Troppe cose non dice il silenzio. Non dice dei sentimenti, delle passioni che si provano. Non dice dell'amore, quando è amore e dell'odio quando è odio. Non svela le tenerezze o le emozioni, non lascia scorrere le lacrime. Non libera l'allegria, il sorriso leggero. Non apre la porta alle confidenze. Noi piemontesi, e i langhetti più di altri, siamo campioni in questo. Nel non riuscire a dirci le cose quando è il momento. Nel provare imbarazzo, nel tacere, nel lasciare scorrere via la magia di un istante che non si presentarà più. Poi stiamo anni col rimorso di non aver saputo parlare, di non avere manifestato quello che sentivamo importante e che abbiamo solo saputo reprimere. Stiamo anni ad immaginare di avere a disposizione la pellicola della nostra vita per farla scorrere indietro, come succede alla televisione con la moviola, fermarla sui fotogrammi del silenzio e di lì ripartire. Per gridare al mondo e liberare dentro di noi la gioia e la sofferenza, per abbracciare una persona che abbiamo amato e che non abbiamo saputo circondare di affetto in modo esplicito, per penetrare nella vita degli altri e rompere la scorza dura di un muro invisibile che, in più occasioni, ci ha impedito di comunicare, di uscire dal buio tunnel della nostra solitudine. [..] Donato Bosca [..] Lo fanno per portare in evidenza figure tratteggiate con pochi tocchi, nuove storie di linguaggio e di tradizione, dando vita ad una sorta di Spoon River del mondo contadino, una corale recherche di un arcaico e sorprendente temps perdu, dove ogni personaggio, ogni storia, svolge il rito dell'antica e remota cultura alla quale appartiene. C'è anche la vita grama del nostro Piemonte oin questo silenzio violato, ma è una bandiera, punto fisso di un sogno travolto, di una sfida, ai limiti del surreale. E' come se un narratore notturno bloccasse ciascuno di noi nel gelo dell'inverno per trovare un uditorio alle storie perdute che nessuno sapeva più trovare. Il silenzio violato è anche un libro di fantasmi e di masche. Ma i fantasmi, in queste pagine sembrano acquistare una loro irresistibile concretezza, divenire realtà e celebrare, per ciascuno di noi, l'urgenza dell'immaginario. |
Prefazione Trasferenze Quattro case dai tetti rossi Dialogo a distanza con A. Io e le Langhe Una vicenda umana dal sapore "Ancien regime": il caso di Pietro Chiarle La casa della Masca La Masca della quercia centenaria Magia di Natale The spooke Palio degli asini a Montoso Il maestro e lo strano vicino Un crocifisso tutto d'oro "Quente" di masche Misteri Immagini di vita vissuta Favola di città Berta, la perpetua L'estate che ride La buona strega Cosa ai folu piasì? (Cosa posso servirle?) Storie ritrovate I tre cani I fichi e le streghe La magia di un tempo nel contesto langarolo Racconti in una piola La tacchina ubriaca e altre storie Le manovali L'avaro Nel cortile Gepìn delle storie Le scarpe della libertà Chi mi ha ucciso la masca Micilina? Qualcuno, deliberatamente, si lascia dietro qualcosa Dop mesdì d'istà (Pomeriggio d'estate) |
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