CHIAMATEMI
CEROT Uomini e storie del tamburello |
Sport,
musica e convivialità A differenza di altri, non gigioneggia. Non ne ha bisogno. 0 se, per civetteria, si concede qualche teatralità, essa è tale da trasformare il palcoscenico in un tranquillo itinerario quotidiano. A differenza di altri, non pretende il ruolo protagonista, perché forse gli appartiene più quello di antagonista. Sennò che gusto c'è senza un'oncia di vis polemica? Né pretende di amministrare il mazzo. Pensoso, smista bene le proprie carte e le sa far rendere. Diamine, alla prima calata si capisce subito la tempra, l'intelligenza dei giocatore. Insomma nella vita è al pari di com'era e ancora è nei rettangoli di gioco agonistico dove con sempre maggiore frequenza il pallone elastico, che fu il suo primo amore, lo riconduce all'alveo originario, accentuando plasticità e potenza atletica. |
A differenza di altri, non s'insuperbisce né si stizzisce. Semmai abbozza
e passa oltre con la signorilità che non è costruzione, non lo può essere,
derivando essa dai cromosomi e dall'intima sicurezza, dal rispetto di sé.
Come altri (Diobuono se ti rivedo in lui, povero e caro amico mio Morino)
si commuove per una gentilezza, per un riguardo. Da uomo di mondo, non dà
affatto per scontati gentilezza e riguardo. Sa che, per ottenerli, bisogna
meritarseli, quindi la valutazione dei merito rivolta a se stesso, gli determina
concretezza e lo allontana dalle astrattezze e pure dalle astrazioni. Se
ti dice una cosa, qualunque cosa, quella è. Riflettevo su queste doti di
Aldo Cerot Marello, leggendo le prime bozze di questo libro bello e meditato
dove il campione sportivo emerge con la spontaneità d'un sano fungo che
diventa fiore fra le foglie dei bosco d'autunno, un fiore che non si nasconde
affatto secondo il costume delle viole, ma per la cui individuazione ci
vogliono occhi esperti. E dove gli aneddoti sono tanti, e non sono tutti:
vissuti, ricordati, ricevuti dai più vecchi protagonisti degli sport contadini
e sferistici. E dove, ancora, le eventuali ma non necessarie documentazioni
inglobano persino l'aneddoto, tanto poliedrica, intensa, volutamente stravagante
si svolge l'esistenza degli artisti, dei campioni, di chi sfrutta i propri
talenti naturali e gli aggiungo forti dosi di ottimismo nell'oggi e nei
tempi che verranno. Essere rudi, per chiunque pratichi il pallone elastico
e il tamburello, è quasi necessità a causa della virilità di questi sport.
Una rudezza non di rado tinta di mito, persino di qualche retorica. Ma se,
smessi gli attrezzi sportivi, afferri quelli dell'arte musicale e canora,
grattato il ruvido vi scorgi la tenerezza, alte ispirazioni, ben sostenuti
ideali. E vi trovi il culto per l'amicizia che dalle nostre parti ha ancora
officianti convinti. Dalle nostre parti per dire in qualunque parte dei
mondo si vada alla ricerca dei meglio o, più realisticamente, del bene.
Franco Piccinelli |
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