Castelvecchio
ELISA GRIBAUDI ROSSI
L'appellativo di Castelvecchio - peraltro usato dal Nord al Sud d'Italia - ha profumo di antiche rimembranze.
Quando poi, al nome primigenio sia stato aggiunto l'aggettivo "vecchio", non è dato di sapere. Sono note però le gloriose vicende storiche di Testona, della quale codesto Castelvecchio era il baluardo: e Testona è citata fin dal secolo IV dopo Cristo da Sant'Eusebio. Dal che si giustificano nome, posizione ed antichità del nostro edificio.
Ma c'è di più. Questo Castelvecchio sembra essere qualcosa a se stante.
Che sia svincolato dai borghi vicini lo attestano sia Antonio Manno (Bibliografia Storica, IV, 193), che Goffredo Casalis (Dizionario di S.M. di Sardegna, IV, 144), lasciando l'edificio in preminente solitudine. E nel 1777, nella sua Corona Reale, scrive Monsignor Agostino della Chiesa:
Da Chieri alla strada delle Colline, tra Mezzodì a Ponente continuando, si fa innati (sic) sopra l'erto di un monticello Castel vecchio (sic), che era l'antica Rocca di Testona (...) già feudo de' Vagnone Signori di Truffarello (...)
Quei Vagnone, dunque, che erano amici di mio nonno Palazzi-Trivelli (+1937) al tempo in cui egli fu prima sindaco e poi podestà di Trofarello; quei Vagnone, insomma, con cui condivido la terra cimiteriale di quel paese, quasi in macabra gara per la tomba più importante.
Ma la vita continua, aggrovigliandosi talvolta in sorprese meravigliose. Decenni e decenni sono trascorsi da quando il nome dei Vagnone resta arroccato nella mia testa: un ricordo tanto limpido quanto lontano, come può esserlo quello che copre l'arco di un'intera vita, dalla prima infanzia all'incipiente vecchiaia.
Con quale sorpresa dunque, incontro recentemente un giovane signore ben inserito nel campo politico amministrativo della città di Torino, che si chiama Giovanni Vagnone di Trofarello del fu Filippo. Nome quest'ultimo, che mi riporta d'un balzo al nostro Castelvecchio, mirabile ricordo della passata gioventù, quand'esso era un vespertino sollievo agli studi ginnasiali di noi residenti a Revigliasco. Quasi una calamita era il vecchio edificio che non meritava tanta solitudine. Giù per prati e vigneti lo raggiungevamo alquanto sovente, contentandoci di ammirarlo dalla grande spianata in terra battuta, che i Frati residenti dicevano risalire al Quattrocento.
Per raggiungerlo oggi intendo ricalcare il tragitto che la duchessa Jolanda di Savoia percorreva tra il Castello di Moncalieri - al cui riadattamento stava dedicandosi - e il nostro Castelvecchio.
Eccola Jolanda, sorella del Re di Francia, sposa di Amedeo IX il Beato (1435-1472), che le dà dieci figli. Ma Jolanda è sola, perché il marito non ama badare alle cose terrene e lei, la francese, tutta si dona al Ducato sabaudo. Favorisce il commercio e l'agricoltura, apre nuovi canali e si premura di reprimere un pericoloso malandrinaggio. In sua vita due volte assaggia la durezza della prigione, ma non si arrende. E per l'unità della Casa di Savoia le tocca destreggiarsi fra avidi cognati, per primo Filippo detto il Senza Terra. Eppure Jolanda sa sorridere, ama gli svaghi e la poesia. E quando nel 1478, quarantatreesimo anno di sua età e sesto della sua reggenza, morirà, è accanto al marito che vorrà essere sepolta in Sant'Eusebio di Vercelli.
Neppur tanto breve è il percorso tra il Castello di Moncalieri e il nostro Castelvecchio, rimasto quasi intatto. Restano comunque curve e controcurve, imposte dai valloncelli che si susseguono. Tutta da godere è la continua orlatura dell'antico verde boschivo, arricchito da piccoli parchi signorili che nascondono costruzioni vecchiotte.
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INDICE
ALBINA MALERBA, "Alto su uno sprone.
PAOLO CLARETTA-ASSANDRI, L'Assioma del Castello
ELISA GRIBAUDI Rossi, Castelvecchio
RICCARDO BEDRONE, Il patrimonio dei castelli: da fortezze a dimore
IL CASTELLO E IL TERRITORIO
Testona nella collina torinese
Il Castello
CENNI DI STORIA
La collina torinese in età preistorica e protostorica
Recenti scoperte archeologiche
L'ambito territoriale in epoca romana
Il periodo altomedievale a Testona: l'occupazione longobarda
Testona nel medioevo
Testona in età comunale
La "scomparsa" di Testona e la nascita di Moncalieri
STRUTTURA E TRASFORMAZIONI DI CASTELVECCHIO
CASTELVECCHIO
Il Castello nell'immaginario degli autori settecenteschi e ottocenteschi La successione dei proprietari e degli interventi . ..
La presunta romanità del sito e l'occupazione longobarda
Il Vescovo Landolfo e Castelvecchio sul Medioevo
Il Castello dimora dei Vescovi torinesi
Il Castello al tempo della "scomparsa" di Testona
In proprietà alle famiglie nobili e poi ai Conti di Savoia
I Vagnone e Castelvecchio
Vagnone e Valperga Signori di Castelvecchio
I Tana e i Luserua di Rorà
L'arrivo dei padri sacramentini
L'ECA e l'abbandono
Condominio Castelvecchio
QUANDO IL CONDOMINIO SALVA IL CASTELLO
STEMMI DELLE FAMIGLIE NOBILI
APPENDICE
Personaggi ed enti che hanno fatto la storia del Castello
Il Vescovo Landolfo
I vescovi torinesi
Filippo Vagnone
LEnte Comunale di Assistenza
Reperti e testimonianze del Castello al Museo Civico di Arte Antica di Torino
BIBLIOGRAFIA e FONTI |
Marina Paola Milia
CASTELVECCHIO DI TESTONA
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2014
pagine 104
formato 20x28,5
cartonato
tempo medio evasione ordine 2 giorni
30.00 €
26.90 €
ISBN : 978-88-8262-218-3
EAN : 9788882622183
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