PRESENTAZIONE
Nicoletta Fasano
Immaginando la vita come un grande fiume che scorre, nel cui alveo s'invorticano persone, avvenimenti e cose, mi sono proposto con questo lavoro di cercare nel fluttuante turbinio dell'incessante andare qualche traccia del mio paese, così da inserirla nella storia, nella grande Storia...
Mario Garlando apre il proprio libro con queste parole: non sono scelte a caso, ma valutate una per una per traccia-re con velocissime ed energiche pennellate il vortice della Storia che, con forza, trasporta persone, avvenimenti, cose nel passare degli anni e poi dei secoli. È un'energica ed inesauribile passione per la storia, che emerge fin dalle prime pagine.
Ma è ancora più grande l'amore senza fine e senza tempo per la propria comunità, per il proprio paese, per quella tara con la tipica a del dialetto di queste colline. Una tara forte e dura come i volti di quei contadini che, piegati su di essa, cercavano con fatiche oggi difficili da descrivere di rompere zolle rosse ed argillose, che d'inverno si attaccano ai piedi come colla e d'estate diventano cemento.
Da buon maestro affabulatore, Mario parte da lontano per narrare la storia della sua Casorzo; sa come raccontare, sa come esprimersi, sa scegliere le parole giuste ed i modi narrativi corretti per far capire con chiarezza la complessità di una storia lunga secoli. Mescola con saggezza episodi della grande Storia ad aneddoti locali, racconti di vita quotidiana a proverbi e modi di dire, notizie sugli edifici del paese - alcuni ormai scomparsi - a brani presi da antichi documenti consultati con cura.
Pagina dopo pagina ti ritrovi nelle stradine del paese, tra le sue chiese, tra i resti di antichi edifici, seduto su un antico pozzo dimenticato, a respirare la quotidianità di un'antica cultura contadina, di quella sua gente che Mario descrive con commovente orgoglio, a tal punto da non riuscire ad accettare il vecchio detto che "A Casurs 'i cagu da 'n pè"' Ma a me piace pensare che sia perché non smettono di lavorare njanca per caghé...
Mario non ha la presunzione di essere uno storico di professione e di aver scritto un saggio di storia: è prima di tutto un amico innamorato di Casorzo, con la preoccupazione quasi pedagogica che la cultura e l'identità del proprio paese in qualche modo siano salvaguardate ma soprattutto tramandate. Solo così, solo suscitando curiosità ed interesse per la comunità in cui si vive, per la terra che ogni giorno ci ricorda di essere scrigno delle nostre radici, si può essere migliori. Ammira il tuo paese, goditi lo spettacolo, e se ti commuoverai sarà cosa meravigliosa, ci raccomanda Mario alla fine del "suo" (o meglio nostro) libro.
Pagine da leggere con antica calma contadina, mentre si cammina su quelle colline che a volte sembrano troppo belle per essere vere. Un libro da tenere stretto perché Casorzo possa entrare nell'anima di chiunque passi di qui... |
Al lettore
Immaginando la vita un fiume che scorre, nel cui alveo s'invorticano persone, avvenimenti e cose, mi sono proposto con questo lavoro di cercare nel fluttuante turbinio dell'incessante andare qualche traccia del mio paese, così da inserirla nella storia, nella grande storia d'Italia, del Piemonte, del Monferrato. Sarà il mio un racconto storico semplice, preciso il più possibile, inteso a scoprire le origini di Casorzo, il suo crescere, il suo progredire fino ad oggi, o meglio, fino all'aprile 1945.
Tenterò di comprendere per primo e di far capire, a chi vorrà leggere il libro, l'indole, la natura della gente che lo ha abitato nei secoli, augurandomi di riuscire a far crescere interesse e amore per il paese di Casorzo.
Durante la lettura sarà facile notare che gli abitanti non vengono nominati "Casorzesi", bensì "Casortini". Confido che mi si vorrà perdonare questa libertà. È dovuta alla ferma convinzione che Casorzo derivi il suo nome dall'essersi esso costituito e formato in seguito all'insediamento di antiche popolazioni, le quali, per motivi vari di sopravvivenza, ebbero a trovare proprio fra le nostre colline, allora del tutto coperte di boschi, buone condizioni per un insediamento stabile. Nacquero le primitive abitazioni che il tardo latino chiamava "casae", capanne strutturate e costruite con pietre saldate con impasti di argilla e coperte di frasche e paglia.
Col tempo, ciò che all'inizio era stato provvisorio divenne definitivo.
Nacquero piccoli insediamenti, quindi un villaggio, un paese, un comune. Nacque "Casurtium", Casorzo ( "e casis ortus") sorto dalle case, dalle capanne e, da qui, Casortini. Perché no? Questa mia, non suoni come una forzatura della storia, è semplicemente un'idea. Trovo interessante denominare "Casortini" tutti quelli che abitano, lavorano e progrediscono, soffrono e gioiscono, nascono e muoiono a Casorzo, nel mio paese. Senza distinzione alcuna.
Questa mia modesta opera è indirizzata ai miei paesani, in primo luogo, ai quali mi legano stima e amicizia, ma anche ed in modo speciale alle giovani leve di qualsiasi religione, razza e nazionalità, a cui vorrei fare con grande rispetto, questa esortazione: ritenetevi fortunati di vivere in questo paese dalle antiche tradizioni, ricco di terre fertili, e molto bello; fatelo progredire con la vostra fresca intelligenza e con la vostra forte voglia di vivere. |
Mario Garlando
CASORZO MONFERRATO STORIA E RACCONTO
editore JOKER
edizione 2013
pagine 246
formato 14,5x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
19.00 €
15.20 €
ISBN :
EAN : 9788875363321
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