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| CASE CONTADINE NELLE VALLI DI LANZO E DEL CANAVESE |
| Il felice accostamento del loggiato ad archi e di quello a colonne, che vivifica la copertina propostoci dalla settecentesca casa di Brosso, ci introduce in un settore dell'arco alpino dove fantasia ed estro non mancano nella concezione della casa contadina. Appena le condizioni storiche consentirono il raggiungimento delle civiche libertà, l'architettura popolare, a lungo repressa, seppe rapidamente evolversi in forme proprie, interpretando in chiave alpina elementi classici, come appunto testimonia l'esempio della Val Chiusella. Dove ciò è avvenuto, come, quando e perché, sono le domande alle quali la presente ricerca tenta di dare risposta, anche se molti dei problemi sollevati attendono soluzione da altri studiosi più competenti. Lautore si reputerà già soddisfatto se avrà contribuito a stimolare interesse per la conservazione e la salvaguardia del patrimonio edilizio alpino, che decenni di ottusa mentalità utilitaristica hanno compromesso. Molto c'è ancora da salvare, ma occorre sbrigarsi prima che il tempo ed i novelli vandali abbiano partita vinta. PREMESSA Questo quaderno prosegue la documentazione delle case contadine, passando in rassegna le abitazioni delle Valli di Lanzo: Valle di Viù Val d'Ala Val Grande e di quelle canavesane: Valle di Locana Val Soana Val Chiusella Bassa Valle della Dora Baltea quesr ultima nel tratto ancora alpino, al confine con la Val d'Aosta; oltre ad alcune valli minori. Il comprensorio di questa ricerca non si può definire omogeneo nè per anticopopolamento, nè per storica tradizione; ma ben si presta ad essere oggetto di un unico studio per affinità ambientale e socio-culturale, pur tenendo presente che differenze di sito e di altitudine sempre condizionano agricoltura e comportamento associativo degli abitanti. Ritornando a percorrere queste valli per documentare la situazione odierna dell'abitare contadino, anno 1983, temevo di fallire in quello che per me rappresenta anche un importante scopo dell'indagine: far trasparire dalle immagini quel calore umano che sempre avvolge la casa abitata, senza limitarsi a proporre ruderi cadenti o edifici da anni abbandonati, che fanno sì ricerca storica, ma anche sterile e vuota accademia. Invece, per fortuna, ho ancora trovato una realtà abbastanza viva, anche se temo lo resti per pochi anni ancora. Oltretutto, in valli così incombenti sull'interland industriale della grande Torino e di Ivrea, non è facile oggi reperire insiemi residenziali tradizionali ancora integri da danni del tempo e dell'uomo, onde proporre qualche saggio delle esigenze associative ed abitative del passato; altro scopo dell'indagine. Non nascondo però che il vero intendimento di queste ricerche consiste nell'opera di sensibilizzazione, indirettamente rivolta a tutti i proprietari, affinchè non credano che si possa vivere solo nel nuovo e nemmeno nel vecchio quando sta andando a pezzi. Come si è sempre fatto, occorre continuare a mantenere decorosamente abitatile quanto altri, con le loro molte fatiche, ci hanno lasciato. Oggi la manutenzione della casa rurale costa sforzo fisico a cui non siamo più abituati e forte impegno economico, specie se si intendono utilizzare i materiali tradizionali, come sarebbe di dovere. Manutenzione non significa demolizione o deturpazione; mantenere può anche voler dire rifare, caso del tetto o di un muro pericolante, ma non vuole mai dire stravolgere linee architettoniche e toni ambientali. |
INDICE PREMESSA CENNO AMBIENTALE CENNO STORICO-CULTURALE LOCALIZZAZIONE DELLE ABITAZIONI PERMANENTI ABITAZIONI ESTIVE DIPENDENZE DELLA CASA EVOLUZIONE DELLA CASA TIPOLOGIE TECNICHE E MATERIALI GLOSSARIO SCHEDE TIPOLOGICHE INDICE DELLE LOCALITA' DOCUMENTATE |
 
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