Giuseppe Cafasso (1811-1860), figura centrale della Chiesa torinese dell'Ottocento, amico e consigliere di Don Bosco, fu definito «il prete della forca» perché seguiva i condannati sul patibolo per confortarli fino alla fine. Anche Leonardo Murialdo (1828-1900) collaborò con Don Bosco. Il suo impegno si rivolse ai giovani: direttore del Collegio Artigianelli dal 1866, nel 1873 fondò la Congregazione di San Giuseppe per dare continuità alla sua azione sociale.
Santi e preti tutti d'un pezzo, vissero in un periodo storico di gravi rivolgimenti politico-sociali, in Europa e in Piemonte, consapevoli entrambi del significato della loro vocazione: una dedizione totale alla gente, uno stile di vita caratterizzato dal «farsi carico» dei pesi, dei bisogni e delle gioie degli altri.
PREFAZIONE
Di Don Bosco tutti, o quasi tutti, sanno qualche cosa. Anche le persone meno addentro alle cose di Chiesa, soprattutto se hanno una certa età, almeno il nome del santo di Valdocco lo conoscono. Ma pochi sanno che Don Bosco probabilmente non sarebbe stato Don Bosco senza l'aiuto, la guida e il sostegno di un sacerdote suo conterraneo, maggiore di lui di pochi anni. E forse ancora meno sanno quanto sia stato importante nella formazione di laici cattolici preparati nei difficili anni seguiti alla presa di Porta Pia e nella fine del secolo carica delle tensioni e dei drammi della «questione sociale»; un santo «dimenticato», un santo che, anche dopo la sua scomparsa, sem-bra abbia voluto restare fedele al suo motto: «Tacciamo e facciamo».
È Giuseppe Cafasso. Un pretino; scarso di corpo e di salute, ma animato da una volontà ferrea e da un coraggio che attingeva all'eroismo come norma di vita. Ed è forse più in Cafasso che in altri che si evidenzia un apparente paradosso del cattolicesimo piemontese di quei decenni. Abbiamo sacerdoti e laici (penso a Giulia di Barolo) certo alieni dal contagio delle idee nuove, legati a modelli religiosi estremamente conservatori, che però assumono, una volta che dalla dottrina si passa alle opere, posizioni da pionieri in campo sociale. Così vediamo quel Cafasso, animatore del convitto ecclesiastico preso a bersaglio dall'ironia di Gioberti, assumere un ruolo da protagonista, da vero e proprio «motore» delle grandi iniziative sociali del dero, Don Bosco compreso. Se da un lato abbiamo personaggi quali Manzoni, e soprattutto Gioberti e Rosmini (che fu uno dei benefattori e amici di Don Bosco) [..] |
SOMMARIO
Prefazione, di Marco Tosatti
Prima parte
Giuseppe Cafasso
(1811-1860)
INTRODUZIONE
CAPITOLO PRIMO
LE RADICI: L'ASTIGIANO E CASTELNUOVO D'ASTI
CAPITOLO SECONDO
TRA CASTELNUOVO, CHIERI E TORINO
CAPITOLO TERZO
NELLA CAPITALE TRA RESTAURAZIONE E RISORGIMENTO (1834-1860)
CAPITOLO QUARTO
TRAMONTO (1860), CANONIZZAZIONE (1947) E DEVOZIONE
Seconda parte
Leonardo Murialdo
(1828-1900)
INTRODUZIONE
CAPITOLO PRIMO
FAMIGLIA, COLLEGIO, UNIVERSITÀ, SACERDOZIO (1828-1851)
CAPITOLO SECONDO
APPRENDISTATO PASTORALE NELLE CARCERI (DAL 1851)
CAPITOLO TERZO
DALL'ORATORIO DELL'ANGELO CUSTODE
ALL'ORATORIO DI SAN LUIGI (1851-1865)
CAPITOLO QUARTO
INTERMEZZO PARIGINO A SAINT-SULPICE (1865-1866)
CAPITOLO QUINTO
RETTORE DEL COLLEGIO DEGLI ARTIGIANELLI (1866-1900)
CAPITOLO SESTO
L'ORATORIO DI SAN MARTINO AI MOLASSI DI BORGO DORA (1866-1900)
CAPITOLO SETTIMO
FONDATORE DELLA CONGREGAZIONE DI SAN GIUSEPPE (1873)
CAPITOLO OTTAVO
ANIMATORE DEL MOVIMENTO CATTOLICO TORINESE
(1851-1891)
CAPITOLO NONO
SVILUPPO DELLA CONGREGAZIONE, TRAMONTO
(1900) E CANONIZZAZIONE (1970)
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
|
Giuseppe Tuninetti
CAFASSO - MURIALDO
editore CAPRICORNO
edizione 2011
pagine 182
formato 12x19,5
cartonato
tempo medio evasione ordine 2 giorni
8.90 €
7.60 €
ISBN : 978-88-7707-065-4
EAN : 9788877070654
|
|