EDIZIONE
BILINGUE
ITALIANO
INGLESE
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Questo
volume, interamente a colori, di grande formato, presenta, in più di
160 scatti d'autore, le più emozionanti e suggestive immagini tra paesaggio,
etnografia e cultura del territorio che ospita le OLimpiadi. La brillante
penna di Massimo Gramellini introduce le fotografie di Livio Bourbon
e Bruno Allaix, spesso riprodotte a piena e doppia pagina, frutto di
una eccezionale campagna fotografica, il tutto a un prezzo veramente
speciale. |
DALL'INTRODUZIONE
di Massimo Gramellini
Esistono
almeno dieci buone ragioni per innamorarsi delle montagne di Torino,
scenario dei Giochi Olimpici Invernali del 2006. In realtà sarebbero
molte di più, perché la natura è stata prodiga con
questo spicchio di paradiso caduto fra la Francia e l’Italia, sagomato
da valli severamente dolci e abitato da gente fiera, solida, forse un
po’ triste per eccesso di realismo, ma in possesso di risorse caratteriali
abbastanza uniche («abbastanza» è una parola che risuona
spesso fra le loro labbra, poco inclini agli entusiasmi come alle disperazioni
superficiali). Naturalmente le Dieci Ragioni non sono le stesse per tutti,
ed è lì il bello: che ognuno potrà trovarvi le sue.
Qui di seguito elencherò quelle che mi si sono depositate nel
cuore attraverso numerose e complesse frequentazioni.
1. Salire a Torino sul tempietto della Mole Antonelliana,
o sulla vedetta alpina del Museo della Montagna al Monte dei Cappuccini:
tirare una lunga boccata d’aria e guardare «la linea del cielo» di fronte
a sé.
Nel primo caso l’anima si presenta all’incontro già massaggiata
dal viaggio in ascensore attraverso il Museo verticale del Cinema. Nel secondo,
suggerisco di predisporsi con una capatina preventiva presso il noto distributore
di farinata che opera sul lungo Po, dalle parti della Gran Madre. Perché ammirare
le guglie del Monviso e del Rocciamelone dai Cappuccini in un pomeriggio di
cielo terso è comunque un’emozione. Ma ammirarli con un cartoccio
unto fra le mani e il sapore di quella farinata fra i denti, rasenta il misticismo.
2. Imboccare la strada che conduce alla Valle di Susa e, proprio
quando stai pensando ad altro, sentirti all’improvviso osservato: guardare
in alto, a sinistra, e scorgere la Sacra di San Michele.
Adesso so che a fondarla furono i Longobardi, oltre mille anni fa. Che il monte
sulla cui cima si espande a fatica è il Pirchiriano. Che la gradinata
da film thriller che ho dovuto affrontare di corsa per giungere con una sola
ora di ritardo al matrimonio di cui ero testimone si chiama, giustamente, «scalone
dei morti». E che l’abbazia custodiva una biblioteca talmente straordinaria
che da quando Umberto Eco ha scritto «Il Nome della Rosa» tutti
immaginano che la storia di fra Guglielmo da Baskerville sia successa lì.
Da piccolo, però, non possedevo ancora nessuna di queste informazioni.
Eppure ogni volta che ci passavo sotto per andare a sciare, la vista della
Sacra mi trasmetteva un senso di favola seria, l’anticipo di qualcosa
di soprannaturale.
[..]
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Massimo Gramellini - Livio Bourbon - Bruno Allaix
BUONGIORNO MONTAGNE DUEMILASEI
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2005
pagine 128
formato 22,5x29
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
9.90 €
6.90 €
ISBN : 88-8068-288-1
EAN : 9788880682882
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