U n giorno un uomo di strada visibilmente ubriaco mi vede al Sermig e mi chiede: « Mi dà un'offerta per pagare questa bolletta?». A colpo d'occhio mi accorgo che è una bolletta scaduta da 10 anni. « Ma le sembra giusto? Io lavoro per chi ha veramente bisogno e muore di fame ». Si commuove e mi dà i suoi spiccioli. Diventiamo amici. Un Venerdì Santo viene a trovarmi in chiesa. Sono in preghiera davanti alla statua della Madonna. Mi abbraccia triste dicendo: « Oggi bisogna stare vicino alla Madonna: perde suo Figlio». Lo guardo stupito. Nessun teologo prima di ora mi ha aperto gli occhi come lui. Da allora il Venerdì Santo provo una pena più profonda per il dolore di Maria che perde il Figlio. A Pasqua condivido più di prima la sua gioia nel sapere che è risorto. E allora mi viene da guardare verso l'alto e dire: « Buona Pasqua Maria!». |
Ernesto Olivero pubblica questa antologia di sue personali riflessioni a prevalente, talora esclusiva, connotazione mariana. I testi tratti dal diario personale dell'autore sono disposti in ordine cronologico (coprono un tempo che va dal 1979 al 2009); di conseguenza il lettore si trova di fronte a riferimenti non sistematici, ma a intuizioni occasionali ed esistenziali che provengono dal profondo dell'anima, a domande, risposte, aspirazioni, azioni di grazie rivolte a Maria e tramite Lei al Figlio, al Padre e allo Spirito Santo. Maria risulta esse-re il referente immediato di Ernesto Olivero, l'icona ideale del suo cuore, il punto di partenza della sua relazione con Dio, e infine l'ispiratrice principale della sua azione verso il prossimo sofferente e bisognoso. Si confronti la preghiera di Pentecoste (v. p. 78). I pensieri quí pubblicati per le caratteristiche sopra accennate non sono né analisi razionali né ricerche teologiche o esegetiche: le presuppongono e le personalizzano con efficacia. L'autore riprende le sue riflessioni con continue e libere variazioni sul tema, impreviste come il vento dello Spirito Santo, apparentemente identiche come il ritorno dell'onda marina sulla spiaggia, continue e approfondite come una fonte d'acqua sorgiva che zampilla nelle lande dei cuori.
Date queste caratteristiche, per trarne frutto, il testo non va divorato d'un fiato (potrebbe apparire indigesto), ma centellinato con attenzione e con avida perseveranza, rispettando nella lettura, nella meditazione, i ritmi della composizione per cogliere tutta la ricchezza che possiede. Giunge infatti a dimensioni profondamente umane perché contemplative. Ne segnalo alcune; il lettore avvertito ne troverà molte altre, anche in conformità al proprio profilo spirituale: il cielo e la terra si sono incontrati in Maria (v. p. 53), Madre, sorella, amica (v. p. 49), la più bella immagine dell'amore di Dio, Maria manifesta la bellezza di Dio, il cuore di Dio che si è chinato su di noi (v. p. 98), «Sei come l'aria, indispensabile per vivere » (v. p. 55). Maria insegna il valore del dolore: « Ildolore ti voleva. Ma la preghiera seminata l'ha reso un fiore ». Ritorna con insistenza il richiamo al Venerdì Santo: «Al Santo Sepolcro sono stato con Lei ». Essa porta a Gesù.
Da questi frammenti si può intuire e in parte ricostruire l'itinerario spirituale dell'autore e giungere con certezza alla chiave interpretativa della sua opera, il Sermig, in cui l'evidente, riconosciuta e apprezzata funzione sociale si fonda sulla dimensione verticale, trae ispirazione, si propone come valore esemplare il Sì di Maria a Dio, affidamento totale della sua esistenza: il Sì di Maria diventa il paradigma del nostro sì (v. p. 99), del nostro « eccomi ». Così la dimensione intima, talora mistica, di queste elevazioni dell'anima evita il naufragio narcisistico di una religione solo intimistica, racchiusa nella compiaciuta contemplazione di sé o alienata in funzioni esclusivamente emotive; i frutti del Sì di Maria, del suo « eccomi », ampiamente e affettuosamente ricordati (v. p. 91), divengono, debbono diventare, la norma e l'esempio del nostro sì, del nostro «eccomi» continuato nel concreto e quotidiano servizio ai fratelli.
L'augurio di Benedetto XVI (21/11/08) a Ernesto valga per l'autore e anche per tutti i suoi lettori.
don Renzo Savarino
Torino, 25 giugno 2009.
Festa di San Massimo. |
Olivero Ernesto
BUONA PASQUA MARIA
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2011
pagine 160
formato 11x18
cartonato
tempo medio evasione ordine ESAURITO
9.90 €
9.90 €
ISBN : 978-88-8068-517-3
EAN : 9788880685173
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