PRESENTAZIONE
Con la pubblicazione de La bufera di Edoardo Calandra (1852-1911) adempiamo, sia pur a sessanta anni di distanza, alla parziale realizzazione di un progetto formulato nel 1931 da Andrea Viglongo per la SELP e che avrebbe dovuto concretarsi nell'iniziativa di una «decorosissima edizione popolare in 12 volumi di tutte le opere letterarie di E. Calandra», come si legge nello «schema di progetto dell'opera omnia» accompagnata da un volume in cui fossero raccolti «i principali saggi e studi critici compiuti finora sull'opera di Calandra (Domenico Bulferetti, Benedetto Croce, Remo Formica, Domenico Lanza, Dino Mantovani, Ugo Ojetti, Pietro Pancrazi, Carola Prosperi, ecc.) ed arricchita in appendice da una completa bibliografia dell'Illustre Autore».
Programma assai ambizioso che rimase solo allo stato di progetto: naufragò per intero senza che vedesse la luce neppure il primo volume che avrebbe dovuto essere, per l'appunto, La bufera, il romanzo che viene considerato il capolavoro di Calandra.
Oggi finalmente la nostra casa editrice, che sorse nel 1944 proprio allo scopo di divulgare i romanzi storici di Luigi Gramegna e, ricordiamo, anche quelli d'avventure di Emilio Salgari, ha pensato di includere questo classico nella collana dei romanzi storici piemontesi, forte dell'autorevole appoggio di Carlo Casalegno che lo definì «uno dei romanzi storici più affascinanti e vivi dell'intero Ottocento italiano». Precisando inoltre: «Edoardo Calandra racconta con lo spirito del colto gentiluomo campagnuolo che capisce i tempi nuovi e giudica anche severamente la società passata, ma conserva la nostalgia del vecchio mondo aristocratico, ha l'orecchio attento ai movimenti letterari contemporanei, ma non rinnega gli schemi tradizionali del romanzo storico. Rivelano questa duplice ispirazione sia i protagonisti sia lo stile de La bufera».
Anche Mario M. Berrini in Torino a sole alto, nel tratteggiare un breve profilo di Calandra - di cui fu amico - concorda nella definizione di romanzo storico. «Gentiluomo di antico stampo piemontese, austero di vita e di lavoro, ripugnante da esibizionismi, viveva un po' appartato, nell'ombra, scrivendo solidi racconti e romanzi, rievocatori per lo più dei costumi settecenteschi del vecchio Piemonte, che culminarono nel vigoroso e vasto quadro della Bufera, il Piemonte nei primi anni della Rivoluzione francese, il miglior romanzo storico piemontese».
Non è compito nostro analizzare la tipologia di questo romanzo: storico, psicologico, spirituale? Dal saggio del Manzoni, che dibatte il problema se sia possibile conciliare esteticamente l'accaduto con l'inventato, e che asserisce il romanzo storico fondarsi principalmente sulla ignoranza dei suoi lettori, per giungere in fine ad una vera e propria condanna di se stesso - ma è dal romanzo storico del Manzoni che nasce il romanzo moderno - dal saggio del Manzoni in poi si continua a discutere su questa forma letteraria che presenta forti ambiguità.
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INDICE
PRESENTAZIONE di Giovanna Spagarino Viglongo
VEI PIEMONT di Nino Costa
LA BUFERA DI UN CLASSICO TRA PIEMONTE E EUROPA di Giovanni Tesio
LA BUFERA
Capitolo I
» II
» III
» IV
» V
» VI
» VII
» VIII
» IX
» X
» XI
» XII
» XIII
» XIV
» XV
» XVI
» XVII
» XVIII
» XIX
» XX
Capitolo XXI
» XXII
» XXIII
» XXIV
» XXV
» XXVI
» XXVII
» XXVIII
» XXIX
» XXX
» XXXI
» XXXII
» XXXIII
NOTE STORICHE E FINALI a cura di G. Viglongo
Note storiche
Note finali
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Edoardo Calandra
LA BUFERA - romanzo (1797-99)
editore VIGLONGO
edizione 1989
pagine 416
formato 15x22
rilegato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
20.00 €
18.00 €
ISBN :
EAN :
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