Perché i luoghi, le parole, i volti, resistano alle ingiurie del tempo, occorre qualcuno che intrecci i propri giorni con sguardo d'affetto e di tenerezza, e percorra le vie, le insegne, le botteghe, gli angoli, le crosiere, le storie, e le vite, rivendicando il diritto alla memoria.
Al "bien-aimé" borgh dël fum, il quartiere Vanchiglia, o Vanchiglietta, citata nei primi documenti come i "Prati di Vanchiglia", ha dedicato il suo lavoro Gian Enrico Ferraris, che ha guardato al suo borgo, dandogli "forma". Come il visitatore di Zemrude nelle Città invisibili di Italo Calvino, conosce la rete delle contrade di sotto in su "davanzali, tende che sventolano, zampilli". ma anche al contrario, abbassando lo sguardo "dalle grondaie, al selciato. alle cantine, alle fondamenta, ai pozzi".
Ma la "città" di Ferraris, a differenza di quelle di Calvino, è abitata, ha volti, nomi, persone, voci, parole, suoni, e uno spazio ben definito dove ieri e oggi si intersecano, si confondono, si supportano, e si raccontano per non diventare "invisibili".
Come nei precedenti libri (Canzoni recuperate, 2002; II Moschino. Origini e leggende di Borgo Vanchiglia, 2003), anche in queste pagine la costruzione del raccontare quella curva di città racchiusa oltre la cerchia antica di corso Regina Margherita e corso San Maurizio, Vanchiglia, e quella verso corso Belgio, Vanchiglietta, pare dettata da una agenda musicale: le canzoni della tradizione popolare sono il contrappunto, il capitolo, la riga, il voltapagina della memoria. Libri non per voce sola, ma corali. Del resto Gian Enrico Ferraris è l'ideatore e l'animatore dle Vos grise an libertà.
Quarantatre storie: itinerari di vita, di lavoro, di opere e giorni, di strade, di posti, di piòle, di chiese, narrati da voci diverse, in italiano e in piemontese (un piemontese mossant, ricco di modi di dire, di venature argute, di gergo di barriera), che l'autore-curatore ha sollecitato e talvolta lui stesso trascritto dal racconto orale, perché la memoria, a differenza dell'oblio, è quasi sempre collettiva, e nella condivisione si fa storia.
Ecco allora che i ricordi d'infanzia di Luciano Boccazzi Varotto si saldano con le testimonianze di Marino Bonaccorsi, di Ernesto Scarrone, di Renato Zanbon, con il diario di Bruno Broglia, le note di Mario Zaffiro, e via via ne risulta un percorso miscellaneo ricco di suggestioni, di emozioni, di curiosità e di notizie che delineano il profilo del borgo, le persistenze, i cambiamenti, l'identità, l'alterità di un posto, dove si può vivere perché si è vissuto. Un piccolo mondo antico, un paesaggio mentale intessuto nel cuore di una comunità: l'ambocadura con la sua "spiaggia di sabbia fine e pulita"; l'ombra di un albero dove i ragazzi finita la scuola si trovavano a giocare a plance; la piazza Toti che "era tutta un orto" con vista verso Superga; il lavatoio e la bialera; il comm. Giovanni Battista Farina, fratello del più famoso Pinin-Farina; le bòite, i batilastra, la piòla éd Vigio e Magda Rubiola, Gina la rimagliatrice..., la cesa 'd Santa Croce, la guerra, la morte di Pietro Bertolino sul ponte di Sassi ucciso dai fascisti... "la storia di persone che in genere non stanno sui libri di storia".
Frammenti di memoria per il catalogo di un borgo e della sua gente.
Albina Malerba |
INDICE
La città e la memoria
Prefazione
Introduzione
Vanchiglia, Vanchiglietta, Borgh dël fum: tre nomi per un solo territorio
Racconti di vita quotidiana tra gli anni '20 e '60
Storie di lavoro
Il fascismo e la guerra
Storie diverse: Lo Struzzo; I Buddhisti; Congo ancora belga;
ël nòstr Balon
Musica e varietà
Pittura e teatro
Episodi estratti dai cassetti della memoria
Quattro piòle
Appendice scolastica
Appendice fotostorica
ëd quèich canton dël nòstr bel Borgh
Avvertenze per leggere il piemontese
Bibliografia
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Gian Enrico Ferraris
IL BORGO SI RACCONTA
editore GRAPHOT
edizione 2009
pagine 288
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
20.00 €
20.00 €
ISBN : 978-88-89509-62-3
EAN : 9788889509623
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