"Be' - dissi io - Personalmente preferisco
il bourgogne...
Avevo la vaga sensazione di aver corso
un rischio. Era adesso che bisognava nominare il bourgogne? Sì, era adesso.
Per Erik Andersen, ex poliziotto, investigatore privato senza un soldo, libraio a tempo perso e bevitore incallito di birra, non è facile entrare nella parte di un ricco eccentrico col gusto del bourgogne. Ma Paul Chambard, mercante di vino con quotazioni alle stelle ha ricevuto una lettera anonima e ha deciso
di interrompere il sonno profondo di Erik dopo l'ultima sbornia di Carlsberg e di infiltrarlo nel mondo delle degustazioniad alto livello. Inaspettaramente Erik si troverà sulle tracce di un assassino.
Dalle strade di una Copenaghen autunnale ai Domaine dei vini più costosi del mondo, bisogna vedere il fondo di molti bicchieri per arrivare all'ultima pagina di questo noir ad alta gradazione e straordinariamente ben assemblato.
PROLOGO
C'è una croce all'angolo della vigna chiamata Romanée-Conti.
E' tutt'altro che l'unica croce della zona: spuntano in giro fra le vigne, tutte quelle irremovibili prove della fede e del timore dei tempi antichi. Anche del potere, il potere della chiesa.
In qualche luogo ci sono interi cimiteri di antiche, eloquenti tombe l'una accanto all'altra. Un mondo di vino e di morte.
La croce su quella vigna è erosa dalle intemperie e consumata, conciata dal tempo e anche dai turisti che un cartello prega cortesemente di tenersi a distanza. Porta un'iscrizione. Pierre Argot 1723 e poi il testo sul basamento: (re)etabli e par les fizmilles Vaudin de Villaine et Leroy.
Nomi, famiglie, un dramma storico che cova da queste parti, mai quietato, una lite che scorre nel sangue.
Mentre stavamo lì a guardare la croce, per un istante quelle antiche storie avevano perduto il loro significato. Per un breve attimo nemmeno il vino era la cosa più importante, anche se il vino di qui è il più costoso del mondo, così raro che la gente si getta nel fuoco per entrarne in possesso, e così prezioso che qui la terra, già solo la terra, ha un valore al metro quadro superiore a Place de la Concorde a Parigi.
Forse qualcuno pensava al denaro, anche in quel momento, perché c'è sem-pre qualcuno che pensa al denaro. Ma nessuno guardava il denaro, o i suoi simboli visibili, presenti anch'essi. Nessuno guardava l'iscrizione, nessuno vedeva le viti nei campi, tutti guardavano ciò che pendeva dalla croce.
Pensavamo insieme alla morte, noi che eravamo lì. Ne sono sicuro. Alla leg-gerezza con cui essa cancella tutto, come se non ci fosse mai stato niente. Il cadavere aveva lasciato tracce di sangue lungo il muretto a secco. Il corpo era stato sbalzato, schiacciato contro le pietre. Appeso lì alla croce, con la bocca aperta e la bava sulla barba lunga, mi suscitò una simpatia diversa da quella che provavo quando era vivo. Aveva un occhio storto che lo faceva somigliare a un furfante, un vero pagliaccio. Indossava ancora la camicia e la giacca sportiva un po' troppo stretta, ma la giacca era mezza rovesciata, come se fosse un uomo indaffarato nell'atto di entrare in una riunione importante o di uscirne.
Ma non c'erano più riunioni, non c'era più niente da fare, più niente da raggiungere.
Era completamente, completamente morto.
La morte non esiste, ha detto una volta un saggio. Aggiungendo che noi invece esistiamo. Ma in quel momento era come se la morte esistesse. Era per via della croce, che dava a tutta la scena la prospettiva della morte. |
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Prologo
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Niels Lillelund
BIBENDUM
editore SCRITTURAPURA
edizione 2009
pagine 314
formato 15x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
16.50 €
11.60 €
ISBN : 978-88-89022-44-3
EAN : 9788889022443
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