Ormai anche i bambini conoscono le più elementari precauzioni necessarie: la maschera cogli occhi di vetro, i guanti grossi di cuoio, la vestaglia di tela cerata, il cappello e le scarpe di marocchino
così Gramegna fa parlare il Protomedico ducale G.F. Fiochetto, autore del Trattato della peste e protagonista di questo romanzo con l'attivissimo sindaco G.F. Bellezia.
Sempre il Fiochetto: Tutte le mattine e tutte le sere io mi reco a casa sua e, stando all'ombra d'un pergolato ed attraverso la finestra della sala, in cui giace a letto, discutiamo i provvedimenti per la città intera. E dico provvediamo per la città intera, perchè tutti gli altri consiglieri del Comune son morti o barreggiati o fuggiti.
Ecco come viene raffigurato il medico degli appestati in una stampa dell'epoca con la maschera protettiva prescritta ideata da De l'Orme nel 1615: «fatta di marocchino del levante e l'elmetto di cuoio con un naso lungo almeno un piede, ripieno di ruta, e munita di grandi occhiali di vetro».
Minuziose e fedeli le descrizioni da parte di Gramegna ed anche un po' apologetiche verso Carlo Emanuele di Savoia, liquidato invece, nel capitolo XXVII de I Promessi Sposi, con un'espressione dai rapidi - tocchi: «quel duca, così attivo ne' maneggi e mobile ne' trattati, come prode nell'armi...» Non per nulla Umberto Eco sintetizzerà, ne L'isola del giorno prima, che «Carlo Ernanuele I stava facendo un gioco che sarebbe longanime definire doppio».
IL
BARBIERE DI SUA ALTEZZA
ovvero
LA PESTE A TORINO NEL 1630
Un singolare romanzo storico - d'argomento e di topografia essenzialmente
torinese - di forte sapore manzoniano.
E' la peste, difatti, la protagonista di fondo di questo libro ove ci sono
tutti gli ingredienti di un ottimo feuilleton ma dove la storia
è rispettata e documentata. Ci sono le astuzie cardinalizie di Richelieu,
i maneggi della giovane Madama Reale Cristina di Francia, gli agguati a
Carlo Emanuele I, la sua morte ch'egli attende col manto di battaglia, e
poi grandi amori, odii, delitti, la riconoscenza del boia di Torino e la
classica agnizione finale.
E poi ancora il Sindaco Bellezia e i pubblici amministratori, medici e religiosi
che con abnegazione si prodigano per salvaguardare la città dai terribili
flagelli della peste, guerra e carestia, le unzioni pestifere, la caccia
e la tortura agli untori, ed infine l'opera meritoria di Gian Francesco
Fiochetto, Protomedico ducale, già coprotagonista ne Il Portarchibugio,
infaticabile antagonista dell'epidemia che fedelmente descriverà,
l'anno dopo, nel suo Trattato della peste. |
INDICE
L'EDITORE AI LETTORE
ICONOGRAFIA DEI PROTAGONISTI
Cap. I - Nel quale Madama Reale Maria Cristina si elegge un nuovo confessore
Cap. II - In cui si parla di emolumenti, di riconoscenza, di palle aromatiche
e d'altre cose ancora
Cap. III - Come il cardinale Richelieu invitasse il Duca di Savoia ad un
convegno in Rivoli
Cap. IV - Dove si accenna ad uno strano e pericoloso capriccio di Madama
Reale
Cap. V - Quali sieno, secondo il protomedico Fiochetto, le cause dell'epidemia
pestifera
Cap. VI - Il convegno di Rivoli ed il consiglio di Porta Susina
Cap. VII - L'idea del capitano degli arcieri ed il panno dell'archibugiere
Cap. VIII - Nel quale mastro Torsello e sua figlia sono interrogati dal
fiscale Sandigliano
Cap. IX - Come il Duca riescisse a sciogliere, senza spargimento di sangue,
una difficile questione
Cap. X - In cui Madama Reale versa lacrime sulle sventure della cognata
di Carignano
Cap. XI - Come San Paolo uscisse dalla città di Damasco dentro una
cesta
Cap. XII - Dal cencio unto di Cecchino al gatto nero dei coniugi Torsello
Cap. XIII - Come avvenne che il nome italiano di "Mazzarino" si
accorciasse nel francese "Mazarin"
Cap. XIV - Gli scandali prodotti dalle guerre e gli scandali scoperti da
Suor Maria di Savoia
Cap. XV In cui Madama di Carignano rifiuta due lettighe e mastro Mini accetta una chiave
Cap. XVI - Semina il bene e raccoglierai letizia
Cap. XVII - Nel quale si parla di una tigre ircana, del panico dei Torinesi e del "manto di battaglia" di Carlo Emanuele
Cap. XVIII - Dopo visitata la fidanzata, padre Giovanni visita il fidanzato, il quale gli racconta perché ha confessato il delitto che non ha commesso
Cap. XIX - Come padre Giovanni verificasse che la Ghita non era né pazza né bugiarda
Cap. XX - In cui mastro Tognino, avviato al duca di Savoia, si trova col cardinale Richelieu e si compiace d'essere chiamato imbecille
Cap. XXI L'ultima firma di Carlo Emanuele I
Cap. XXII Nel quale don Cisco racconta alcuni interessanti episodi e mastro Mini racconta la propria commedia
Cap. XXIII - Quel che accadeva nel castello di Cherasco, quel che era accaduto a Mantova; e quel che accadeva a Savigliano il 26 luglio 1630
Cap. XXIV - In qual modo mastro Canella mantenesse la parola di onesto giustiziere
EPILOGO
PROTAGONISTI E NOTE STORICHE
LA PESTE A TORINO
DAL 1598 AL 1630
NOTE TOPOGRAFICHE
NOTE BIBLIOGRAFICHE
INDICE
ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI
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Luigi Gramegna
IL BARBIERE DI SUA ALTEZZA
editore VIGLONGO
edizione 2020
pagine 360
formato 15x22
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
20.00 €
17.90 €
ISBN : 978-88-7235-235-9
EAN : 9788872352359
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