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| ASTI RACCONTATA... Il Palazzo dei Cavalieri giostranti |
| Intreccio di due esistenze, quella di una fanciullina che frequenta le scuole elementari nel primo dopoguerra e quella di una ragazzina vissuta agli albori del Trecento, nello stesso palazzo, nelle stesse vie e piazze, tra il rosso dei mattoni e il giallo dell'arenaria, tra la pietra grigia della Langa preappenninica e le argille azzurrine, che si formarono nel Pliocene Superiore, quando tra i filari delle viti e sui campi di grano nuotavano le balenottere... e l'uomo ancora non c'era. Asti, il più antico e potente Comune del Piemonte, nel periodo del suo massimo fulgore (secoli XIII- inizi XIV) fu dilaniata dalla faziosità delle più potenti famiglie, nessuna delle quali riuscì ad emergere per trasformare gli ordinamenti comunali nella costituzione di una Signoria. Dalla gloriosa età del libero Comune (1095-1314), che indusse il Carducci a celebrare Asti Repubblicana, alla Costituzione della Repubblica Italiana (1 gennaio 1948) i secoli non hanno cancellato il fremito e l'ansia di libertà espressi dai suoi simboli: torri e campanili che svettano contro il cielo, palazzi e caseforti, testimonianza di un passato nobile e glorioso, fondachi e botteghe che fiancheggiano le strette vie del centro storico, la splendida Cattedrale e la Chiesa del Santo, edificate e riedificate più volte tra rovine e trionfi. E su tutto s'innalza la voce del suo più grande poeta, Vittorio Alfieri, che, nato in "secoli pravi" di oppressione e di dominazione straniera, spronò gli Italiani alla riconquista della libertà. |
 
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