Nota dell'autore
Come nei precedenti romanzi con protagonista Mario Arrigoni, sono corrispondenti al vero i nomi di vie e piazze milanesi, e il riferimento ad alcuni locali o negozi "storici" (ad esempio il Bar Basso e le Scarpe Barberi). Del tutto inventate sono invece le ubicazioni e le denominazioni di negozi, locali e abitazioni funzionali allo svolgimento della storia. Così come frutto di fantasia sono i fatti raccontati e i nomi dei vari personaggi e degli agenti del Commissariato Porta Venezia.
Milano, 1952. In una gelida mattina di dicembre, in una viuzza intorno a via Porpora, il corpo di una giovane e bella donna bionda viene trovato senza vita all'interno della sua Topolino amaranto: uccisa, come si scoprirà dall'autopsia, da una letale iniezione di cianuro. Si tratta di Gilda Dell'Acqua, proprietaria di un bar tabacchi in piazzale Loreto. L'inchiesta, condotta dal commissario capo del Porta Venezia Mario Arrigoni, coinvolge il pittoresco mondo dei frequentatori del locale, la gemella della vittima. uno zio sfuggente e lascivo. un attempato ed enigmatico marchese e signora, il gestore di una bisca clandestina, una splendida amica dai costumi disinvolti... Gli investigatori si muovono fra eventi dove fanno capolino eccitanti festini, relazioni ambigue, droga e gioco d'azzardo. Ma l'indagine non procede di un passo, non emergono moventi attendibili né tanto meno prove. e i sospetti si dissolvono come neve al sole. Arrigoni è ormai pronto ad alzare bandiera bianca e a chiudere l'indagine con un nulla di fatto, quando un brillante guizzo intuitivo dell'ispettore Giovine riapre i giochi creando le premesse per arrivare alla più impensabile e sconvolgente soluzione del caso. |
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Faceva un freddo boia la mattina di domenica 7 dicembre, Sant'Ambrogio. Ciò nonostante, alle otto in punto il ragionier Spartaco Spezzaferro, lasciato a malincuore il calduccio della sua abitazione in via Sacchini, partiva per la consueta passeggiata in compagnia del fido Volpino. Volpino con la V maiuscola perché quello non era solo il nome della razza canina di appartenenza della bestiola, ma anche il suo personale, per una curiosa scelta, al tempo stesso banale e anticonvenzionale, del padrone. Un lungo e pesante cappotto grigio, cappello Borsalino dello stesso colore ben calcato in testa, ampia sciarpa blu e guanti foderati di pelliccia proteggevano il ragioniere dai rigori di un clima quasi polare.
Le passeggiate in compagnia di Volpino erano praticamente l'unico svago che si concedeva: una la mattina prima di recarsi in ufficio e una la sera in attesa della cena. Per il resto, i suoi piaceri di modesto funzionario di banca e maturo consorte di una altrettanto matura signora consistevano nell'ascolto della radio o nella lettura di qualche romanzo, preferibilmente non troppo impegnativo. Omino dall'aspetto anonimo nonostante il cognome altisonante, prossimo alla sessantina, aspettava con un misto di desiderio e apprensione l'arrivo del momento della pensione, che avrebbe sì comportato una vita più comoda e senza vincoli di orario, ma anche il problema di trovare un modo alternativo per passare il tempo, dilemma di non facile soluzione per una persona assolutamente priva di interessi, e per di più senza figli e nipoti. Ma al giorno fatidico, 22 aprile 1954, mancavano ancora un anno e quattro mesi...
Il lungo giro, mattutino o serale che fosse, seguiva più o meno sempre lo stesso itinerario: lasciata via Sacchini, i due procedevano a zig zag fra le tranquille stradine sulla destra di via Porpora, dedicate a musicisti più o meno famosi, dove palazzi di tre o quattro piani convivevano con villette impreziosite da graziosi giardini.
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Dario Crapanzano
ARRIGONI E IL CASO DI PIAZZALE LORETO
editore FRILLI EDITORI
edizione 2013
pagine 170
formato 13x19
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
9.90 €
8.40 €
ISBN : 978-88-7563-896-2
EAN : 9788875638962
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