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ARCHITETTURA IN VALLE D'AOSTA
DALLA RIFORMA AL XX SECOLO
- NUOVA EDIZIONE -

La Valle d'Aosta da area centrale
a provincia periferica

1520-1900
La trasformazione dell'antico ducato sabaudo in stato moderno, avviata già da Emanuele Filiberto nel corso del XVI secolo, impone il pagamento di un prezzo altissimo a diverse regioni che, prima organicamente inserite nella compagine statale, si trovano improvvisamente proiettate in aree e situazioni del tutto marginali. La Valle d'Aosta, da zona di transito centrale, canale di collegamento privilegiato di molti traffici internazionali europei, è relegata al ruolo di provincia periferica: sorta di marca di confine ai limiti di un nord tendenzialmente protestante; regione francofona nel momento in cui la politica dello Stato assume definitivamente un orientamento italocentrico.
Naturalmente il tempo non si ferma e le trasformazioni coinvolgono anche il paesaggio ambientale e architettonico. Il barocco si impone però in tono minore: diffuso ovunque e onnipresente, ma sempre in forme semplificate e riduttive, vede l'avvicendarsi di intere generazioni di capomastri, muratori, carpentieri, intagliatori, valsesiani, biellesi, ticinesi. Dopo due secoli di evoluzione a ritmi rallentati, senza possibilità di paragone con le altre aree europee, la crescita sembra riprendere tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. È solo da questo momento che la Valle d'Aosta comincia a trasformarsi in regione moderna, e in un primo tempo solo lentamente e pagando il prezzo della perdita progressiva del proprio passato.


Tutti i cantieri documentati in Valle d'Aosta entro i due primi decenni del XVI secolo rivelano ancora fortemente la loro matrice tardogotica.
Se è vero che, nella linea culturale patrocinata da Giorgio di Challant, alle ipotesi più tradizionalmente settentrionali si mescolano evidenti scelte filomeridionali, apertamente padaneggianti, a volte anche vettrici di una nuova attenzione alle problematiche della tradizione classica, è anche vero che molto restava sulla carta, o meglio sulle pergamene dei codici miniati o sui vetri delle finestre istoriate.
La pietra, per conto suo, continuava a parlare inequivocabilmente gotico con accenti settentrionali, fin nelle provenienze accertate degli operatori: nel 1502 un lathomus di nome Raymundus Car si impegnava a scolpire una serie di finestre crociate per una casa di Donnas: era residente ad Issogne ma era ginevrino e si può ben pensare ad una sua presenza in valle, e proprio ad lssogne, determinata dal richiamo dei cantieri aperti dal priore di Sant'Orso.
Così il legno, come attesta l'armadio delle reliquie della cattedrale del 1516, voluto quasi sicuramente dal Magister Fabricae Jean Gombaudel 3. Gombaudel era lorenese, di Toul, e sembra fosse giunto in valle al seguito di Carlo di Challant. Cugino di Giorgio, ma più giovane di lui, Carlo, era fratello del conte Filiberto e fin da bambino sarebbe stato gratificato del titolo di prevosto di Saint-Gilles.
È probabile che fino al 1509 la sua attività di prevosto sia stata fortemente condizionata dai consigli del più esperto ed illustre Giorgio, ma alla morte del priore di Sant'Orso Carlo assumeva direttamente in prima persona la conduzione della sua prevostura segnalandosi subito per un intervento di rilievo. Nel 1512 faceva costruire contemporaneamente la bella cascina La Murasse, come dipendenza del convento, e una nuova ala dell'edificio della prevostura con una nuova torre campanaria.
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INDICE GENERALE

PARTE PRIMA: LA RIFORMA E LA CONTRORIFORMA DAL 1520 AL 1650
1. DAL GOTICO FLAMBOYANT AL RINASCIMENTO CLASSICISTA:
LA TORRE DI SAINT-GILLES E LA FACCIATA DELLA CATTEDRALE DI AOSTA
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2. GLI ANNI DELLA RIFORMA: L'ARCHITETTURA MILITARE DEL CINQUECENTO
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3. LA PERMANENZA DEI MODELLI TARDOGOTICI NELL'ARCHITETTURA DEL XVI E DELL'INIZIO DEL XVII SECOLO
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4. DUE MONUMENTI MANIERISTI: LA CHIESA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE A PONT-SAINT-MARTIN E PALAllO RONCAS AD AOSTA
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5. IL DESIGN LITURGICO E CIVILE DALLA METÀ DEL CINQUECENTO ALLA METÀ DEL SEICENTO
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PARTE SECONDA: IL BAROCCO E IL ROCOCÒ DAL 1650 AL 1800
6. I NUOVI CONVENTI NELLA VALLE D'AOSTA DELLA CONTRORIFORMA
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7. LA DINASTIA DEI FERRO
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8. L'ARCHITETTURA RELIGIOSA BAROCCA DAL 1650 AL 1800
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9. L'ARCHITETTURA CIVILE BAROCCA DAL SEICENTO ALL'INIZIO DEL SETTECENTO
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10. L'ARCHITETTURA CIVILE TARDOBAROCCA E ROCOCÒ NEL SETTECENTO
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11. LA FINE DELLE GRANDI COMMITTENZE NOBILIARI: GLI CHALLANT NEL 700
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12. IL DESIGN LITURGICO E DOMESTICO BAROCCO E ROCOCO' DAL 1650 AL 1800
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13. UN ESEMPIO IN PRODUZIONE ARTIGIANA ROCOCO' IN VALLE D'AOSTA: GIUSEPPE ANTONIO GILARDI IL GIOVANE
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PARTE TERZA: LA PERDITA DELL'IDENTITÀ CULTURALE DAL 1800 AL 1915
14. AOSTA NELL'OTTOCENTO: LA NASCITA DELLA CITTÀ MODERNA
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15. LA DISTRUZIONE DEL PASSATO NEL SECOLO DEL PROGRESSO
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16. ALFREDO D'ANDRADE E LA SUA CERCHIA ALLA RISCOPERTA DEL PASSATO: IL NEOGOTICO IN VALLE D'AOSTA
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APPARATI
CARTE GEOGRAFICHE
CRONOLOGIA
ABBREVIAZIONI
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI LUOGHI E DEI MONUMENTI
INDICE DEI NOMI DI PERSONA
INDICE GENERALE
CONCLUSIONE: CHE FARE? ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL PROBLEMA DELLA RICERCA STORICA SULL'ARCHITETTURA IN VALLE D'AOSTA




Bruno Orlandoni

-ARCHITETTURA IN VALLE D'AOSTA-RIFORMA E XX SECOLO

editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2014
pagine 400
formato 18,5x25
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

24.50 €
24.50 €

ISBN : 978-88-8068-692-7
EAN : 9788880686927

 
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