Lo scatto di una lucertola, che segnò come una scudisciata verde il muretto su cui era seduto, lo rese consapevole del luogo e dell'ora.
Sui rami degli ulivi il cielo ormai perdeva luce, mentre il vento tiepido della sera imminente portava sentori di zàgare e di origano che smorzavano l' euforia delle cicale.
Frattanto gli uomini erano tornati dai campi, sugli asini carichi di bisacce piene di frutti.
NOTA DELL'AUTORE
Parecchi anni fa, quando cominciai a percorrere la Provenza per dipingere i suoi magnifici campi di lavanda, scovai quasi per caso ad Apt, il capoluogo amministrativo del Lubéron, un delizioso alberghetto a conduzione familiare.
Lo gestiva, coadiuvata dal figlio e dalla nuora, Madame Anne-Marie, una simpatica signora ottantenne, ancora lucidissima ed energica.
Capiva e leggeva abbastanza bene l'italiano, perché in gioventù aveva avuto un fidanzato piemontese, morto precocemente nelle cave di bauxite a Les Baux de Provence. Lei, infatti, era originaria di Maussane, un paesino annidato ai piedi delle Alpilles, e si era trasferita nel Lubéron dopo il matrimonio con un piccolo albergatore di Apt. Rimasta vedova presto, con una bambina piccola da crescere, grazie al suo carattere deciso e alle sue capacità, era riuscita a fare del suo alberghetto una piccola bomboniera in puro stile provenzale, una tappa gradita ai tanti camminatori e cicloamatori che percorrevano i sentieri del Parco Regionale del Lubéron.
Prese subito a benvolermi, dopo aver appreso che io amavo profondamente la Provenza e non solo ne dipingevo i paesaggi, ma avevo dedicato a quella terra benedetta anche una cartella di poesie con disegni e un carnet di viaggio: "I sentieri della lavanda", di cui naturalmente le feci omaggio.
Da allora, bastava una telefonata dall'Italia, anche all'ultimo momento, con la precisazione che era "le peintre italien de la lavande", come mi chiamava lei, e una stanza libera per me saltava fuori pure in piena stagione turistica.
Quando, cinque anni fa, tenni la mia prima mostra di pittura proprio lì nel Lubéron, a pochi chilometri da Apt, naturalmente alloggiai nell'albergo di Madame Anne-Marie per quindici giorni, tra giugno e luglio.
Nelle ore del primo pomeriggio, quando la calura spediva tutti gli ospiti, compresa mia moglie, a riposare o a leggere nelle fresche stanze dell'albergo, Madame Anne-Marie e io ci mettevamo su due poltroncine di vimini nel salottino interno e cominciavamo a parlare.
O meglio, era soprattutto lei, da me abilmente sollecitata, a parlare... Non solo della vita difficile e dura che si conduceva quando era ragazza a Maussane, ma delle tradizioni, delle usanze, delle storie che si tramandavano nella sua aspra e bassa terra d'origine, dominata dai nudi contrafforti delle Alpilles.
Ecco: alcune di queste storie, trascritte e rielaborate sul filo della memoria, sono raccolte in questo libro di racconti, insieme ad altre di più libera invenzione.
Un libro che dedico a Madame Anne-Marie, con la speranza che lo possa leggere lassù, nel cielo, che non è solo quello della Provenza, ma il cielo dove risiedono in permanenza gli spiriti sensibili alle storie. Vere o inventate.
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INDICE
NOTA DELL'AUTORE
Batistou degli ulivi
Il dono
La salvia e la menta
Brunet, cavallo gitano
Le sparate di padre Mancuso
La tombola
Modicani
Il Codice di Padre Vullo
Una asino tutto nuovo
L'asino di Tano Miceli
Un cornuto c'è sempre!
La prima notte adulta
Il porcello di Rino
I detti dei vecchi
Il terzo cassetto
Carlo è cresciuto
Da più di vent'anni
L'aquilone a forma di sole
NOTIZIA
POSTFAZIONE di F. A. LEPORE
INDICE |
Franco Asaro
L'AQUILONE A FORMA DI SOLE
editore SPETTATTORE LIBRI
edizione 2010
pagine 160
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 5 giorni
15.00 €
12.70 €
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