Non è stata l'ultima, Anna Politkovskaja.
Dopo di lei, un giovane awocato e una giovanissima cronista sono stati freddati a Mosca perché si occupavano di Cecenia. E non è stata la prima. Molti giornalisti sono stati fatti tacere, in Russia ma non solo. Far tacere le voci del dissenso
è una tecnica che tutti i totalitarismi hanno usato.
Ma nel caso di Anna Politkovskaja, la sua voce chiara, la sua prosa lineare, la sua gentilezza hanno fatto in modo che in molte parti del mondo qualcuno raccogliesse la sua sfida o perlomeno non dimenticasse.
Politkovskaja è intesa e rispettata e amata ormai come un simbolo.
Al di là di ciò che lei stessa avrebbe voluto: non voleva, infatti, essere un'eroina, voleva fare il suo mestiere.
Ma a modo suo, conservando senso critico e onestà.
Ottavia Piccolo, attrice
Vedo tutto, io. E' questo, il mio problema. Vedo le cose belle e vedo le brutte.
Vedo che le persone vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a se stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano.
Per il mio sistema di valori, è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno comunque, è praticamente certo, lo raccoglieranno e se lo mangeranno.
Per questo, se si è nati uomini non bisogna fare i funghi.
Anna Politkovskaja, giornalista
Per non dimenticare Anna e tutti coloro che mettono in gioco la loro vita per raccontare
quello che accade.
Anna Politkovskaja è stata la giornalista russa più famosa del mondo, ma soprattutto è sempre stata una giornalista atipica. Laica e disincantata, aveva un modo non ideologico di vedere il mondo, poco praticato a Mosca, come a Milano e a Roma.
Nelle sue inchieste non temeva di schierarsi: Anna è diventata una testimone credibile perché non si limitava a fare da spettatrice. Scegliendo sempre i più deboli e indifesi, è finita dalla parte dei ceceni, popolazione caucasica in lotta con Mosca fin dai tempi degli zar.
Per essersi opposta platealmente al regime instaurato a Mosca da Vladimir Putin e dai suoi discepoli, il 7 ottobre 2006, giorno
del cinquantaquattresimo compleanno di Vladimir Putin, è stata uccisa nell'ascensore di casa, a Mosca, in pieno giorno. Finora il suo delitto è rimasto insoluto (soprattutto rispetto ai mandanti) come molti, troppi altri nella Russia riemersa dalle ceneri del disfacimento dell'Unione Sovietica.
Andrea Riscassi ha voluto raccontare chi era Anna Politkovskaja e soprattutto di cosa scriveva e come interpretava il giornalismo. L'ha fatto basandosi sulla sua opera pubblicata in Italia, nella speranza che in questo modo si continui, come lei desiderava, a parlare del regime instaurato in Russia, verso il quale per troppi anni in Europa si è taciuto, sudditi come siamo del gas russo. |
INDICE
Prefazione
Non abbiate paura della verità
di Ottavia Piccolo
Introduzione
UNA GIORNALISTA LIBERALE
UNA SINCERA DEMOCRATICA
IL SUO GIORNALISMO
DONNE
KGB O I PIDOCCHI SOVIETICI
NON ABITUARSI ALLA GUERRA
GUERRA IN CECENIA
I PARIA CECENI
UNA STRAGE DIETRO L'ALTRA
NOI
CI SARÀ UN GIUDICE A MOSCA
BOLSCEVISMO O IL RITORNO A CASA
IL COCCODRILLO DEL CREMLINO
L'IDIOTA
ADDIO ANNA
UN ALBERO PER ANNA
L'autore |
Andrea Riscassi
ANNA E' VIVA
editore SONDA
edizione 2009
pagine 134
formato 13x21
copertina plastificata con alette
tempo medio evasione ordine 5 giorni
14.00 €
10.00 €
ISBN : 978-88-7106-555-7
EAN : 9788871065557
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