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BILINGUE
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ITALIANO
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Una Torino inedita in un affascinante volume con un imbattibile rapporto qualità prezzo
TORINO: LE METAMORFOSI DI UNA CITTÀ
Questo è un libro di foto scattate a Torino, tutte nuove, originali e finora inedite, mediante le quali si dimostra la differenza che passa tra scattare foto qua e là e compiere un’indagine, una ricerca sul campo, non limitandosi a guardare, ad appoggiare gli occhi, ma penetrando, vedendo dentro. Le foto per loro natura sottraggono i particolari al tutto che scorre, li colgono e fissano stabilmente; poi, come in questo caso, quando sono tante e le accomuna il tema che trattano e l’arte del fotografo, costituiscono un mosaico, recuperando la globalità per mezzo della somma organica dei particolari. Nessuno mette in dubbio l’importanza dei particolari e a questo proposito ci troviamo di fronte due schieramenti. Il primo afferma che Dio si nasconde nei particolari; il secondo che è il demonio a farlo. Di fatto, c’è sempre qualcuno che usa il particolare come nascondiglio. Se è Dio, lo fa per ricordare all’uomo che per la salvezza della sua anima non contano tanto le complesse costruzioni teologiche quanto i piccoli gesti quotidiani, all’apparenza insignificanti. Il demonio fa di tutto perché noi trascuriamo i particolari, in modo che i nostri grandi progetti falliscano miseramente e crollino a terra perché qualcuno s’è dimenticato di stringere l’ultima vite. È giusto perciò e sacrosanto stanare i particolari, raccontarli, illustrarli. Se poi a farlo è un artista fotografo di grande acume come Livio Bourbon, tanto meglio, avremo anche una dimensione estetica, che non guasta. Il primo importante risultato di questo paziente censimento è la definitiva demolizione degli stereotipi sulla nostra città, quelli che fanno tanto comodo per appiccicarle un’etichetta e non parlarne più: la città noiosa, grigia, squadrata, prevedibile, la città-fabbrica. Quando va bene, la città-laboratorio, dove si sperimentano soluzioni ai problemi sociali che gli altri, accodandosi, adotteranno quando sarà dimostrato che funzionano. La città operaia, dedita al culto del lavoro ben fatto, la città che ha fatto suo il motto degli Alpini: «Fa’ il tuo dovere e crepa». Per dire: era di Torino Erminio Macario, come lo sono Luciana Littizzetto e Piero Chiambretti. I Murazzi, la serie di moli sul Po tra piazza Vittorio e il ponte della Gran Madre, vedono una movida by night che nemmeno Roma o Milano, assieme sia al risanato Quadrilatero, nella zona del primo insediamento romano, sullo stile del Quartiere Latino di Parigi, sia più recentemente ai Docks Dora. Chi sa che il rito dell’aperitivo proprio da Torino è dilagato in tutta Italia? Per associazione topografica, è proprio vicino al Quadrilatero, a Porta Palazzo, che c’è ogni sabato il Balon (la pronuncia è balùn, dal nome settecentesco della Borgata del Pallone), uno dei più grandi mercati delle pulci d’Europa, che una volta al mese si trasforma in Gran Balon, mostra a cielo aperto dell’antiquariato. In Italia ci sono quattro scuole di circo e due di queste prosperano a Torino, dove si trovano anche scuole di danza del ventre e di lettura dei geroglifici. Dopo Buenos Aires, Torino è la città che vanta il maggior numero di scuole e di locali dove si insegna e si balla il tango. A tale proposito, almeno un cenno meritano i «suoni» di Torino. «Forse non tutti sanno che…» Fred Buscaglione era di Torino, come Nini Rosso; come lo sono Rita Pavone, protagonista degli anni Sessanta, e i Righeira degli Ottanta; nel 1978 è nato a Torino SettembreMusica; nel 1980 Bob Marley vi tenne uno degli unici due concerti in Italia, lasciando tracce profonde nel reggae torinese (ma sì!) degli Africa Unite; dagli anni Novanta sono attivi e noti a livello nazionale e internazionale i complessi rock dei Subsonica di Max Casacci, i Mau Mau, i Perturbazione, gli Statuto; dal 2004, a luglio, nel parco della Pellerina, si svolge il gratuito Traffic Torino Free Festival, che è arrivato ad avere 200 mila spettatori. Infine, in tutt’altro ambito, il circolo di magia di Torino conta trecento soci attivi. Questa sarebbe la città grigia e noiosa dove non succede mai niente? «Ma mi faccia il piacere!», direbbe Totò, che proprio torinese non era, ma aveva «fatto il militare a Cuneo»
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TURIN: THE METAMORPHOSIS OF A CITY
This collection of new, original and unpublished photos of Turin illustrates the difference between taking snapshots here and there and conducting an inquiry, a research in the field that goes beyond merely glancing and looking around, and peers into the heart of things. It is in the nature of photos to seize and freeze the details of everything that passes by. But then, as in this case, when they are legion and have a common theme coupled with the art of the photographer, they form a mosaic whereby the whole is gained through the organic sum of the parts. The importance of details, of course, no one can deny. Here, however, there are two opposing camps, one asserting that they are the hiding place of God, the other of the devil. There is, indeed, always someone ready to hide in details. If this is God, then His purpose is to remind us that the salvation of our souls does not depend so much on complicated theological constructions as on little everyday gestures devoid of any apparent significance, whereas the devil does his beat to ensure that we overlook the details, and hence that our mighty projects come to naught and fall to the ground because someone forgot to tighten the last screw. It is thus both just and sacrosanct that details be flushed out, described and illustrated. And if this is done by an artist-photographer such as Livio Bourbon, so much the better, we shall have the extra advantage of an aesthetic dimension. The first important outcome of this patient census is its cancellation of the stereotypes attached as «nuff said» labels to Turin: a boring, grey, square, predictable factory town. Or at best the laboratory town where solutions to social problems are tried out so that others can queue up and take them over when it is shown that they work. A workers’ city devoted to the cult of a job well done, a city that has adopted the motto of the Alpini: «Yours but to do and die». As much as to say, Erminio Macario was from Turin as are Luciana Littizzetto and Piero Chiambretti. The city’s Murazzi (Embankments), a series of quays beside the Po between Piazza Vittorio Veneto and the Gran Madre Bridge, are the scene of a nightlife not to be found even in Rome or Milan, together with the so-called Quadrilateral (the area of the original Roman settlement) in the Quartier Latin style, or more recently with the Docks Dora. How many people realise that the apéritif spread to the whole of Italy from Turin? Through a topographical association it is at Porta Palazzo, right beside the Quadrilateral, that the Balon is held every Saturday. This name – pronounced «balloon» – comes from Borgata del Pallone, the 18th-century name of the district. It refers to one of Europe’s largest flea markets that once a month is transformed into the Gran Balon, an open-air antiques market. Two of Italy’s four circus schools prosper in Turin, equally the home of belly dancing and hieroglyphics schools. Second to Buenos Aires alone, Turin boasts the largest number of schools and places where the tango is taught and duly performed. A word or two must also be devoted to Turin’s «sounds». It is surely not common knowledge that the singer-songwriter Fred Buscaglione (1922-1960) was born in Turin like Nini Rosso, and like Rita Pavone and I Righeira, popular in the Sixties and Seventies respectively. SettembreMusica made its debut in Turin in 1978. In 1980, Bob Marley held one of his two Italian concerts in the city and greatly influenced the (believe it or not!) Turinese reggae of the Africa Unite. Rock groups – Max Casacci’s Subsonica, the Mau Mau, Perturbazione and Statuto – have been active and known abroad since the Nineties. In July 2004, the Traffic Turin Free Festival attracted 200,000 spectators in the city’s Pellerina Park. Lastly, and in quite another setting, Turin’s magic club has three hundred active members. Is this, then, a grey, boring city where nothing ever happens? As the great comedian Totò (1898-1967), a Neapolitan scion who did his military service at Cuneo just down the road from Turin, would have said: «Tell that to the horse marines!»
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Bruno Gambarotta - Livio Bourbon
CERTI ANGOLI? DI TORINO
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2008
pagine 128
formato 22x28
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
14.90 €
14.90 €
ISBN : 978-88-8068-423-7
EAN : 9788880684237
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