La «macdonaldizzazione» del mondo ci seppellirà? Ormai è un fatto: l'obesità sta diventando un'epidemia globale, che colpisce in maniera analoga il primo e il terzo mondo. Di chi è la colpa? La tentazione di trovare un responsabile è forte e c'è chi punta il dito contro i fast-food e contro chi produce e distribuisce alimenti ricchi di zuccheri. L'accusa è senz'altro fondata, ma forse semplicistica, perché sdogana troppo in fretta altri attori che, dagli agricoltori al consumatore stesso, passando per la potente lobby della grande distribuzione e i media, hanno comunque una parte di responsabilità. Trovare una soluzione significa mettere in discussione il nostro stesso modo di consumare gli alimenti, di produrli e di venderli. Mettere alla gogna gli obesi è dunque un atto ipocrita, oltre che inutile: in realtà, l'obesità non è altro che il prodotto delle nostre grandi scelte collettive.
PREMESSA
Tragica cecità
Sconfiggere la fame, costi quel che costi. All'indomani della seconda guerra mondiale, le grandi istituzioni internazionali da poco create, come la FAO, si lanciano in questa sfida titanica. La battaglia sembra allora ben lontana dalla vittoria. In un'Europa che si rialza a fatica dalle proprie rovine, e peggio ancora neì paesi che saranno poi indicati come «Terzo Mondo», le esigenze di una popolazione che cresce ogni anno di svariate decine di milioni di persone sono immense. E la seconda metà del Novecento conoscerà una quantità consistente di carestie ed emergenze alimentari. Da New York a Parigi, da San Paolo a Calcutta, l'obiettivo è quindi chiaro: produrre il più possibile e al minor costo. Offrire a tutti il diritto di avere lo stomaco pieno; poi, per i paesi più sviluppati, la garanzia di potersi godere a volontà la propria bistecca quotidiana.
Questa battaglia di lungo corso è stata condotta con un'efficacia incontestabile. In Europa, pane secco e cipolle sono ormai un lontano ricordo, mentre la produzione massiccia di zucchero, olio e cereali ha permesso di mettere a tacere le Cassandre che prevedevano carestie generalizzate per il nuovo millennio. Lo spettro di una penuria di cibo mondiale, che assillava le coscienze qualche decennio fa, ha ceduto il posto a prospettive più ottimistiche. Così, nel 2000, nel rapporto mondiale su alimentazione e agricoltura, la FAO dichiarava che "la produzione mondiale è oggi più che sufficiente per nutrire in maniera conveniente 6 miliardi di esseri umani".
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INDICE
PREMESSA TRAGICA CECITÀ
CAPITOLO UNO VENTI DI PANICO SUL PIANETA
LO SHOCK DELLE CIFRE
I PAESI IN VIA DI SVILUPPO NON SONO DA MENO
IL TRAMONTO DELL'«ECCEZIONE FRANCESE»
I BAMBINI IN PRIMA LINEA
TROPPO POVERI PER ESSERE MAGRI
CAPITOLO DUE JUNK FOOD E ALTRI PARADOSSI DELLA SOCIETÀ DELL'ABBONDANZA
LA MUCCA PAZZA SPINGE AL DIVORZIO
GLI OGM CATALIZZANO NUOVI TIMORI
TROPPI GRASSI, TROPPO ZUCCHERO
SUL MENÙ A CASA VOSTRA
LA SALUTE PRIMA DI TUTTO
MENTE MALATA IN CORPO MALATO
ANCORA BAMBINO, GIÀ VITTIMA
IL CONTO SARA SALATO
CAPITOLO TRE LA RIVOLUZIONE DEI PASTI
UN MONDO «MCDONALDIZZATO»
IL PELAVERDURE NON HA PIÙ SUCCESSO
DA UNA RIVOLUZIONE ALL'ALTRA
CAMBIO DI RITMO
FINALMENTE GRASSI!
L'OBESITÀ ACCANTO ALLA MAGREZZA
CAPITOLO QUATTRO L'AGRICOLTURA NELL'ERA DEL SEMPRE DI PIÙ
VERSO UN AGRICOLTURA SENZA AGRICOLTORI?
PRODURRE DI PIÙ
L'EFFETTO PERVERSO DELLE SOVVENZIONI AGRICOLE
IL SUCCESSO DELLE «RIVOLUZIONI VERDI»
UNA BATTAGLIA INCOMPIUTA
I CINESI RIUSCIRANNO A MANGIARE CARNE?
LA QUESTIONE DEGLI ECOCOSTI
CAPITOLO CINQUE BENVENUTI DA WAL-MART
UN TETRIS INDUSTRIALE
CONTADINI EMARGINATI
LO SVILUPPO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE L'ELDORADO DEI PAESI EMERGENTI
VERA O FALSA VARIETÀ?
IL LIVELLAMENTO DELLE CULTURE CULINARIE
CAPITOLO SEI COLPEVOLI O CAPRI ESPIATORI
Ne SANTI Ne FARABUTTI. UN SOLO OBIETTIVO: IL PROFITTO
BIG IS BEAUTIFUL
UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ
I BAMBINI, TARGET PREDILETTO DEI BIG FIVE
DIVERTENTE E IMPRECISA...
...MA FORSE EFFICACE
I POTERI PUBBLICI AL CONTRATTACCO
LOBBY POTENTI
LOBBY CONTRO LOBBY
CAPITOLO SETTE MUOVIAMOCI!
BRUCIARE GRASSI FA BENE ALLA LINEA, MA SOPRATTUTTO ALLA SALUTE
L'INDICE DI ATTIVITÀ FISICA
UNA SOCIETÀ SEDUTA
QUESTIONE DI CULTURA
CAPITOLO OTTO PILLOLE PER LA DIETA
CHILI NEGATI DAL PAZIENTE, IGNORATI DAL MEDICO
IL LATO AMARO DELLA MEDICINA
IL MITO DEL PESO IDEALE
LE DIETE DRACONIANE: UNA SOLUZIONE DA DIMENTICARE
LA MODA DEGLI ALIMENTI FUNZIONALI VERSO PRODOTTI PIÙ SANI
CAPITOLO NOVE PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
OBIETTIVO: NON INGRASSARE
MENO CALORIE, PIÙ SPORT
CAMBIARE I COMPORTAMENTI INDIVIDUALI: UN'ILLUSIONE
MODIFICARE L'AMBIENTE
UN MOSAICO DI MUSIRE POSSIBILI
PRECEDENZA AI BAMBINI
PROGRAMMI CHE FUNZIONANO
CAPITOLO DIECI ALCUNE PISTE DA SEGUIRE E I LORO LIMITI
TASSARE IL CIBO SPAZZATURA
DARE POTERE AI CONSUMATORI
CAMBIARE LE ETICHETTE AI PRODOTTI
LA RESISTENZA TRANQUILLA DI SLOW FOOD
MANGIARE MENO CARNE?
PRODURRE DI MENO, MA MEGLIO
BIOTECNOLOGIA CONTRO BIOECOLOGIA
EPILOGO L'INCROCIO DI DIVERSE STRADE
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Francis Delpeuch - Bernard Maire - Emmanuel Monnier
ALIMENTI KILLER
editore CENTRO SCIENTIFICO
edizione 2009
pagine 146
formato 15x21
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
16.00 €
13.60 €
ISBN : 978-88-7640-835-9
EAN : 9788876408359
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