PRESENTAZIONE
Miti e leggende, testi sacri, racconti e poesie testimoniano l'abbraccio che ha segnato l'incontro fra alberi e uomini, oltre che la suggestione che gli uni hanno esercitano sugli altri. Dalla Bibbia a Saffo, da Dante a Leopardi, da Ungaretti a Pavese, da Hugo a Rimbaud, da Apollinaire a Prévert gli alberi come metafora dell'uomo e della vita, prima ancora che nella loro nuda fisicità, affollano la parola scritta, popolandola di stupore ancestrale, di idillio e di bellezza, di amore e di morte, di dei e di mortali che anelano anch'essi all'eternità e allа trascendenza.
Vi sono alberi che affondano le radici nella nostra terra e da sempre vi traggono il loro nutrimento, altri ricordano invece terre lontane e sono per questo testimoni di viaggi e di avventure, di pellegrinaggi e di scoperte, e per questo anche di ricerca scientifica ed esistenziale. Tra questi vi sono alberi che per dimensione inconsueta o venerabile età, per la forma del tronco, l'ampiezza della chioma, l'estensione delle radici rispondono a criteri estetici e culturali stratificati, risvegliando l'attenzione del viandante distratto, e senza che questo lo voglia sono lì a ricordargli i valori della storia e della geografia, ma anche della superstizione e della religione. Sono dunque alberi che suscitano ammirazione e rispetto, a volte venerazione e timor panico, richiedendo per questo l'ausilio della storia raccontata, della descrizione e della rappresentazione fotografica.
Sono quindi molte le ragioni di un libro che questi alberi vuole illustrare e descrivere, definendoli "monumentali" nell'accezione dotta del termine - come in qualche modo l'interpretava Nietzsche - che vale ricordo, documento, testimonianza, in una parola memoria, l'esile filo che fa dell'uomo del presente il ponte fra le generazioni che l'hanno preceduto e quelle che gli seguiranno. Alberi che ci aiutano a reinventare una scenografica capace di contenere miti, sogni ed emozioni, aiutandoci a capire meglio i proЫ emi e le contraddizioni del nostro tempo, a riprogettare il mondo in cui viviamo, a costruire un sapere utopico che ci aiuti a confrontarci con le minacce dei processi degenerativi.
Non è, questo, un bisogno del presente soltanto, ovvero di anni in cui avanza inesorabilmente la riduzione delle foreste primarie, si moltiplicano i disboscamenti per far luogo al pascolo e alla coltura, si intensifica lo sfruttamento delle specie di maggior resa produttiva e si gonfia minacciosa l'azione distruttrice dell'inquinamento. In realtà, l'uomo è conscio del patrimonio perduto che gli alberi rappresentano già dalla fine del XIX secolo, quando lo Stato francese ordinava ai "conservatori delle foreste" di proteggere quegli esemplari noti sia per i fatti storici che per i miti e le leggende che interpretavano, sia ancora per l'ammirazione suscitata dalla maestosità del loro portamento, dalle loro есcezionali dimensioni, dalla loro secolare - quasi atemporale - presenza.
Negli ultimi decenni anche in Italia ha iniziato a diffondersi la consapevolezza della deprivazione e - soprattutto per iniziativa delle Regioni - si è dato origine a un processo virtuoso che, a partire dalla fase ricognitiva di censimento e di inventariazione, è giunto alla tutela dinamica e alla valorizzazione di questo patrimonio, in particolare degli esemplari di cui è stato riconosciuto il carattere di monumentalità. La Regione Piemonte, definendo norme e azioni di conservazione già dal 1995, è stata tra le prime a dar senso concreto a queste sensibilità.
Sergio Conti
Assessore alle Politiche Territoriali |
INDICE
PRESENTAZIONE
UOMINI E BOSCHI NEL MEDIOEVO SUBALPINO: TRACCE DI UN RAPPORTO (SECOLI X-XVI)
di Comba Rinaldo
ALBERI DIVINI. CULTI VEGETALI TRADIZIONALI: UNA RISORSA DEL PRESENTE
di Agostino Borra e Piercarlo Grimaldi
I FITÒNIMI NELLA TOPONOMASTICA PIEMONTESE
di Giuliano Gasca Queirazza S. J.
ALBERI MONUMENTALI DEL PIEMONTE di Mario Palenzona, Francesco Grisoni,
Elena Viotto, Giovanni Nicolotti, Roberto Martinis
L'Agrifoglio di Porte
I Bagolari di Pomaro Monferrato
I grandi Castagni da frutto
Il Castagno di Bioglio
I Castagni di di Monteu Roero
Il Castagno di Melle
Il Castagno di Crodo
Il Cedro di Montalenghe
Il Cedro di Stresa
Il Cipresso calvo di Cavallermaggiore
I Faggi di San Giacomo di San Salvà
Il Frassino di Moncenisio
Il Ginkgo di Casalbeltrame
I grandi Ippocastani di piazze e sagrati
L'Ippocastano di Casorzo
L'Ippocastano di Dogliani
L'Ippocastano di Cimamulera
I Larici plurisecolari
Il Larice di Pietraporzio
Il Larice di Rima San Giuseppe
Il Leccio di Rigoroso
I Liquidambar di Piazza Sant'Eusebio di Vercelli
Il Liriodendro di Campiglione Fenile
I vecchi Olmi campestri
L'Olmo di Mergozzo
L'Olmo di Montemarzino
L'Olmo montano di Bergemolo
Il Pino Strobo di Chiusa Pesio
I grandi Platani napoleonici delle Città e delle Cascine
Il Platano di Alessandria detto "di Napoleone"
I Platani di Savigliano
Il Platano di frazione Ova
La Quercia di Novi Ligure
La Rovere verde di Tassarolo
Le Rovelle plurisecolari del basso Appennino piemontese
La Roverella di Monleale
La Roverella di Avolasca
Le Sequoie giganti di Roccavione
Le Sequoie a foglie di Tasso del Parco regionale Burcina
Il Tasso di Cavandone
Il Tiglio a grandi foglie di Macugnaga
Il Tiglio cordato del Monte Mesma
La Zelcova del real Parco di Racconigi
BIBLIOGRAFIA CITATA
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
CREDITI FOTOGRAFICI
RINGRAZIAMENTI |
a cura di IPLA - Universit? degli Studi di Torino
ALBERI MONUMENTALI DEL PIEMONTE - II? ed.
editore L'ARTISTICA
edizione 2008
pagine 232
formato 24,5x32
legatura cartonata con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 5 giorni
50.00 €
50.00 €
ISBN : 978-88-7320-197-7
EAN : 9788873201977
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