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ADDIO SENZA ADDIO
Storia di uno zio d'America
La storia - una storia come tante - prende forma grazie alle lettere che il protagonista, l'emigrante valdostano «John » Jaccond, invia in Italia a un suo fratello. Essa copre un arco temporale che va dal 1909 al 1958 e racconta un'esperienza individuale che si ricollega al fenomeno collettivo della grande emigrazione.
Giovanni Jaccond - John - a ventotto anni si imbarca su un piroscafo che da Le Havre lo porta a New York e da qui nel Connecticut dove, grazie al suo spirito combattivo e al duro lavoro, riesce a costruirsi una discreta fortuna.
Attraverso le sue lettere viene riportata alla luce una vicenda familiare che tocca due generazioni e ne sfiora una terza. Ci sono nascite, matrimoni, tradimenti, nuovi distacchi, alcune morti tragiche e un desidelio di rimpatrio che resterà inappagato. In filigrana, la storia del Novecento: la Grande Guerra, la crisi del 1929, l'affermarsi in Europa dei Fascismi, la Seconda guerra mondiale e gli anni Cinquanta con il riacquistato benessere economico.


Heureux celui qui n'a pas besoin de quitter sa patrie
JOSEPH BRÉAN (1910-1953)


Merica, Merica, Merica... così echeggiava il ritornello di un canto popolare di emigranti (nonché titolo di un film documentario) che si avventuravano nel Nuovo Mondo in cerca di fortuna, in terre così disperatamente lontane, oltre oceano... trentasei giorni di macchina e vapore.
Neppure la Valle d'Aosta, in periodi difficili come quelli che hanno caratterizzato i decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento, ha potuto sottrarsi all'esodo di massa, fenomeno che su scala nazionale aveva assunto proporzioni inaudite. Non bisogna tuttavia dimenticare che le nostre comunità locali praticavano già da tempo immemorabile le migrazioni stagionali, sovente legate a mestieri nei quali si erano specializzate, dagli spazzacamini della Valle di Rhémes, ai pettinatori di canapa e ai distillatori di Cogne, dai segantini di Champorcher, ai sabotier di Ayas, ai muratori della Valle del Lys.
Invece, il viaggio intrapreso da Giovanni Jaccond, alias John Jaccon, partito da Gaby nel 1909 alla volta dell'America, come quello di tanti altri, non si è limitato a una sola stagione, ma è stato senza ritorno.
I contatti con la famiglia e il paese natio rimangono comunque vivi attraverso l'epistolario che costituisce il corpus di questa pubblicazione: si tratta di una serie di lettere, proprie dei « semicolti » per il linguaggio approssimativo e le incertezze grammaticali, inviate dal protagonista nell'arco di mezzo secolo, nelle quali si intrecciano le storie di due mondi e dalle quali traspare il dramma di chi, come direbbe Manzoni, « tratto dalla speranza di fare altrove fortuna », al momento del distacco « si maraviglia d'essersi potuto risolvere » e ai suoi occhi « si disabbelliscono i sogni della ricchezza ».
La Regione Valle d'Aosta, da sempre sensibile alle vicissitudini dei suoi emigrati, di buon grado ha sostenuto l'iniziativa di Marco Jaccond, pronipote di Giovanni e autore del libro, per rendere omaggio a un personaggio che può essere assunto come simbolo dei Valdostani sparsi nel mondo.

LAURENT VIÉRIN
Assessore all'Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta
SOMMARIO

PROLOGO

I
Mi sono deciso di partire per l'america

II
Noialtri qui lavoriamo

III
JACCOND & TINTO
Mason ContractorsBrick Layingand Concrete Work a Specialol

IV
E ringraziarti molto della fotografia che ci mandò

V
Vengo a darvi qualche nostre nuove quale non posso darvele buone

VI
Qui in america adesso si fa tutti miseria

VII
Il nostro presidenteRoosvelt è un uomo che fu eletto dal popolo

VIII
ISSIME m 939 - Stazione climatica estiva

IX
In questi crudi momenti

X
Siamo ancora sui nostri piedi

EPILOGO




Marco Jaccond

ADDIO SENZA ADDIO

editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2010
pagine 208
formato 14x21,5
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

17.50 €
17.50 €

ISBN : 978-88-8068-469-5
EAN : 9788880684695

 
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